Bari sotto inchiesta: confronto tra sindaco e ministro dell’Interno
Confronto tra sindaco e ministro sull'ispezione per presunte connessioni mafia-politica a Bari. Decaro denuncia minacce alla democrazia, mentre il Viminale assicura verifica amministrativa.
Oggi il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha dichiarato che è stato aperto un confronto diretto con la città, definendo l’azione del ministro dell’Interno Piantedosi come un atto di guerra. Quest’ultimo ha nominato una commissione per valutare la possibilità di sciogliere il Consiglio comunale, a seguito dell’operazione della Dda che ha portato all’arresto di 130 persone per presunte connessioni tra la Mafia locale e la politica.
La nomina della commissione è stata giustificata dal Viminale in seguito al blitz della Dda che ha coinvolto un gruppo mafioso locale, tra cui una funzionaria che si era rivolta a un indagato vicino al clan per recuperare un’auto rubata, pagando 700 euro per ottenerla. Questo episodio è solo uno dei tanti emersi dall’inchiesta che ha scosso Bari, con arresti che hanno coinvolto anche consiglieri comunali.
Decaro ha definito l’azione del Viminale come un atto gravissimo che minaccia la democrazia della città, soprattutto alla vigilia delle elezioni. La reazione del sindaco è stata supportata dall’opposizione, con Carlo Calenda e Elly Schlein che hanno espresso perplessità sulle modalità e i tempi della decisione del ministro Piantedosi.
Il Viminale ha chiarito che l’ispezione non è finalizzata allo scioglimento del Comune, ma a una verifica approfondita dell’attività amministrativa per tutelare anche gli amministratori locali. Il ministro Piantedosi ha sottolineato che il governo ha dichiarato guerra alle mafie, non agli amministratori locali.
Decaro ha rivelato che la richiesta di nominare la commissione è giunta da parlamentari del centrodestra pugliese, compresi due viceministri, e ha consegnato migliaia di pagine di documentazione alla Prefettura per dimostrare l’impegno del Comune contro la criminalità organizzata. Il sindaco ha denunciato un presunto tentativo di inquinare la campagna elettorale e ha respinto le accuse della destra, che ha difeso l’operato del governo.
La destra ha ribadito che il provvedimento è previsto dalla legge e ha criticato Decaro per aver attaccato i rappresentanti del centrodestra coinvolti nella vicenda. Secondo i rappresentanti della destra, la decisione di sciogliere il Comune è dovuta a motivi legali e non politici, e il sindaco di Bari avrebbe esagerato nelle sue reazioni.