Economia

Bce: previsto taglio tassi mutui entro l’estate

La presidente della Bce Lagarde prevede taglio tassi mutui per contrastare inflazione. Importanza di ridurre tassi per famiglie e aziende. Rischi e prospettive per l'economia europea.

Bce: previsto taglio tassi mutui entro l’estate

Le rate dei mutui potrebbero iniziare a diminuire più rapidamente a partire da giugno, secondo le previsioni della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Questo potrebbe avvenire dopo i livelli record raggiunti nel 2023 per contrastare l’inflazione. Lagarde ha annunciato che entro l’estate potrebbe verificarsi un primo taglio dei tassi di interesse, a condizione che i dati confermino un calo dell’inflazione in linea con le proiezioni. Questo sarebbe un segnale importante per il consiglio direttivo della Bce, che potrebbe avviare una revisione delle politiche per renderle meno restrittive.

Lagarde ha sottolineato l’importanza di iniziare a ridurre i tassi prima che diventi troppo tardi, considerando le difficoltà che cittadini e imprese stanno affrontando con l’aumento delle rate sui mutui e i problemi di accesso al credito. Nel corso del 2023, a causa dell’incremento progressivo dei tassi da parte della Bce, le rate dei mutui sono aumentate del 119% secondo uno studio dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Save Your Home e Nomisma.

L’Abi ha segnalato una leggera diminuzione dei tassi medi applicati ai mutui per le case dall’inizio dell’anno, ma solo un intervento della Bce potrà riportare i tassi a livelli più sostenibili per famiglie e aziende. Gli esperti ipotizzano che la Bce potrebbe ridurre progressivamente i suoi tassi di riferimento entro la fine del 2025, contribuendo a una maggiore stabilità finanziaria.

Prima di avviare questo percorso, Lagarde ha sottolineato l’importanza di un’ulteriore disinflazione nell’area Euro, concentrandosi su tre fattori chiave: la crescita dei salari, i profitti delle aziende e la produttività. Nonostante le previsioni di una crescita salariale più contenuta, Lagarde ha avvertito che con un tasso di disoccupazione previsto al 6,6%, non si può dare per scontata questa dinamica.

Un altro elemento di rischio è rappresentato dai margini di profitto: se dovessero aumentare più del previsto a causa di una ripresa economica, l’inflazione potrebbe superare il target del 2% nel 2025 e 2026. La Bce si aspetta che la ripresa della domanda aggregata possa essere sostenuta dall’aumento della produttività, ma esiste il rischio che, in un contesto geopolitico incerto, la perdita di produttività delle imprese europee possa avere un impatto negativo sull’inflazione.

Staff
  • PublishedMarch 22, 2024