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Controlli di confine tra Italia e Slovenia: respinte 1.352 persone

Respinte 1.352 persone al confine tra Italia e Slovenia a causa dei controlli di Schengen. Dati sui respingimenti e le implicazioni legali.

Controlli di confine tra Italia e Slovenia: respinte 1.352 persone

Al confine tra Italia e Slovenia, ogni giorno vengono respinte dodici persone a causa della sospensione di Schengen e della reintroduzione dei controlli alla frontiera orientale d’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha reso noto che 1.352 persone sono state respinte in Slovenia, come risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice del Partito Democratico Tatjana Rojc.

Questo dato è stato ribadito durante la trilaterale tenutasi il 21 marzo 2024 a Brdo in Slovenia, tra i ministri degli interni italiano, sloveno Bostjan Poklukar, e croato Davor Bozinovic. Secondo i dati del Viminale, dal ripristino dei controlli alle frontiere il 21 ottobre scorso, le forze di Polizia italiane hanno controllato circa 270.000 persone e 150.000 veicoli al confine italo-sloveno, individuando 2.200 stranieri irregolari. Di questi, più di 1.330 sono stati respinti, principalmente di nazionalità turca, marocchina, siriana, kosovara, macedone ed afghana.

Le forze dell’ordine hanno arrestato 118 persone, di cui 65 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e 29 sono state segnalate nella banca dati della Polizia. Nei 113 giorni che separano l’inizio della sospensione del regime di Schengen a Trieste, sono arrivate poco meno di 4000 migranti, ma non tutti sono stati respinti. È probabile che il numero dei respinti si riferisca a coloro a cui è stato negato l’ingresso in Italia per mancanza di requisiti.

Se i migranti rintracciati lungo il confine hanno richiesto asilo, il respingimento è impossibile e illegale. Le forze dell’ordine lungo il confine sono consapevoli di ciò, quindi è improbabile che il Viminale abbia ordinato la riammissione in Slovenia di chi chiede protezione internazionale. La prima linea dell’accoglienza triestina non ha segnalato respingimenti, e le dichiarazioni pubbliche del ministro dell’Interno non confermano che le 1352 persone avessero uno status di richiedente asilo.

L’Istituto consorzio di solidarietà di Gianfranco Schiavone ha espresso disappunto per le affermazioni del ministro, definendole confuse e poco coerenti. Il ripristino dei controlli alle frontiere interne non influisce sul diritto del cittadino straniero di chiedere asilo in Italia. Se vi sono stati respingimenti di richiedenti asilo, sarebbero avvenuti in violazione delle normative internazionali ed europee, creando una situazione di illegalità al confine triestino.

Chi sono quindi questi “respinti” di cui parla il ministro? Di quali nazionalità e provenienze? Sono stati notificati i provvedimenti di respingimento agli interessati? Sono domande alle quali il ministro deve rispondere tempestivamente.

Il rischio che un terrorista possa passare inosservato è sempre presente, e la sicurezza delle frontiere rimane una priorità.

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Staff
  • PublishedMarch 22, 2024