Omicidio di Giulia Tramontano: Il Processo e la Verità Svelata
Il processo contro Alessandro Impagnatiello per l'omicidio di Giulia Tramontano incinta svela un tragico intreccio di veleni, tradimenti e violenza. La vittima uccisa brutalmente dal compagno in un appartamento a Milano.
La quarta udienza del processo contro Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese, ha sconvolto l’aula con la testimonianza della sorella della vittima, Chiara Tramontano. Giulia, prima di morire, aveva manifestato strani sintomi legati al cibo e alle bevande che assumeva, come un sapore assurdo in ogni alimento e odori strani nell’acqua e nel latte.
Secondo gli inquirenti, Impagnatiello avrebbe avvelenato la compagna per mesi somministrandole dosi di topicida nel cibo e nelle bevande. Le carte depositate dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella durante la seconda udienza del processo, a febbraio, hanno rivelato ricerche online effettuate dall’imputato su veleni per topi e gravidanza già nel dicembre 2022.
Giulia Tramontano aveva manifestato sintomi di malessere, come bruciore allo stomaco e debolezza, e aveva riferito strani odori e sapori in cibi e bevande. La relazione tra la vittima e l’imputato era segnata da attriti, tradimenti e tensioni, culminati con la scoperta della gravidanza, che portò Giulia a temere la reazione di Impagnatiello.
Nonostante inizialmente avesse pensato di interrompere la gravidanza, Giulia decise di tenere il bambino, anche se sapeva di doverlo crescere da sola. Tuttavia, il 27 maggio, dopo aver scoperto una relazione parallela dell’imputato, Giulia Tramontano fu uccisa brutalmente da Impagnatiello nell’appartamento in cui vivevano insieme a Senago (Milano).
L’imputato colpì la vittima 37 volte con un coltello, cercò di disfarsi del corpo in vari modi e tentò di inscenare la scomparsa della ragazza, presentando una denuncia formale e inviando messaggi dal telefono di lei per fingersi all’oscuro della situazione.
