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Sciopero mezzi pubblici a Milano: disagi e proteste il 22 marzo 2024

Lo sciopero dei mezzi pubblici a Milano il 22 marzo 2024 provocherà disagi e proteste contro la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale.

Sciopero mezzi pubblici a Milano: disagi e proteste il 22 marzo 2024

Il prossimo weekend, precisamente il 23 e 24 marzo, potrebbe essere caratterizzato da disagi per chi aveva pianificato spostamenti in treno dalle 21 di sabato alle 21 di domenica. Tuttavia, prima di questo periodo, il 22 marzo 2024, a Milano è previsto uno sciopero dei mezzi pubblici.

Lo sciopero dei mezzi pubblici a Milano del 22 marzo 2024 coinvolgerà bus, tram e metropolitana. L’agitazione è stata indetta dal sindacato Al Cobas e potrebbe comportare possibili disagi durante le fasce orarie comprese tra le 8.45 e le 15, e dopo le 18 fino alla fine del servizio.

La durata dello sciopero sarà di 24 ore, ma saranno garantite due fasce orarie di servizio: bus, tram e metropolitana saranno operativi solo dalle 8.45 alle 15 e tra le 15 e le 18. Al di fuori di queste fasce, esiste il rischio concreto che i mezzi non siano in circolazione.

Le motivazioni dello sciopero del 22 marzo riguardano la protesta contro la liberalizzazione, privatizzazione e appalti dei servizi attualmente gestiti dal Gruppo Atm. Si chiede inoltre la riinternalizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale appaltati o subappaltati, e si contesta il progetto ‘Milano Next’ che prevede la trasformazione di Atm S.p.A. in un’Azienda Speciale del Comune di Milano con la conseguente gestione diretta dei servizi e la loro gratuità.

Altre richieste includono la pulizia, igienizzazione e sanificazione dei mezzi e degli ambienti, la tutela della sicurezza dei lavoratori esposti a rischi, la fruizione delle ferie per il personale viaggiante, piani aziendali di assunzione e la trasformazione dei contratti a tempo parziale. Si chiede anche un aumento di 150 euro netti per tutti i dipendenti, per compensare gli aumenti contrattuali ritenuti insufficienti, e si sollevano altre questioni aziendali come le indennità ferie, i turni speciali e il vestiario.