Fossa comune in Libia: tragedia dei migranti nel deserto
Fossa comune scoperta in Libia con resti di 65 migranti, sospetti legati al traffico umano. OIM e autorità libiche indagano. Grave situazione migranti in rotta verso Europa.
Venerdì, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ente delle Nazioni Unite specializzato in questioni migratorie, ha reso noto di aver fatto una macabra scoperta: una fossa comune contenente i resti di almeno 65 migranti è stata rinvenuta in una zona remota del deserto nella Libia occidentale. Le identità e le nazionalità delle vittime, così come le circostanze della loro morte, sono ancora avvolte nel mistero. Tuttavia, si sospetta che abbiano perso la vita in seguito a atti legati al traffico di esseri umani.
L’OIM ha sottolineato l’urgenza di adottare una risposta concertata al fenomeno del traffico di migranti, promuovendo nel contempo la creazione di vie migratorie sicure e legali. Nel frattempo, le autorità libiche hanno annunciato l’avvio di indagini per individuare i responsabili di questa tragedia.
La Libia rappresenta una delle rotte principali per i migranti provenienti da diverse nazioni africane che ambiscono a raggiungere le coste del Mediterraneo per tentare il pericoloso attraversamento verso l’Europa. Questa regione è nota per essere teatro di intensa attività da parte dei trafficanti di esseri umani, che organizzano e gestiscono i rischiosi viaggi dei migranti. È importante sottolineare che tali trafficanti sono distinti dai cosiddetti “scafisti”, spesso migranti stessi.
Secondo i dati dell’OIM, nel corso del 2023 sono stati registrati almeno 962 decessi di migranti al largo delle coste libiche, mentre altri 1.563 risultano ancora dispersi. Questi numeri drammatici evidenziano la gravità della situazione e la necessità di adottare misure concrete per contrastare il traffico di esseri umani e garantire la sicurezza dei migranti in transito.
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