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Controversia a Monfalcone: accesso a luoghi di preghiera per la comunità musulmana

Il TAR accoglie ricorso associazione musulmana a Monfalcone contro divieto accesso luoghi preghiera. Consiglio di Stato sollecita siti alternativi. Sindaca leghista propone divieto burkini e manifesta posizioni islamofobe.

Controversia a Monfalcone: accesso a luoghi di preghiera per la comunità musulmana

Il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha accolto il ricorso presentato dall’associazione musulmana di Monfalcone, il circolo culturale islamico Baitus Salat, contro un’ordinanza comunale che vietava l’accesso all’intera area dell’edificio utilizzato per le preghiere, compreso il cortile. I giudici del TAR hanno stabilito che l’«area esterna di pertinenza dell’immobile» può essere utilizzata a tale scopo, ma hanno confermato il divieto di utilizzo dell’edificio per mancanza del certificato di agibilità.

Il contenzioso tra il comune di Monfalcone e due centri culturali islamici, oltre a Baitus Salat, anche Darus Salaam, riguardante l’accesso agli immobili utilizzati per le preghiere e per i quali il comune ha ordinato il ripristino dell’originale destinazione d’uso, è stato oggetto di un pronunciamento anche da parte del Consiglio di Stato. In un’ordinanza, il Consiglio di Stato ha sollecitato l’amministrazione comunale a individuare, in collaborazione con gli interessati, siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti di svolgere le preghiere.

Monfalcone, città sede di importanti cantieri navali e stabilimenti balneari, è stata al centro dell’attenzione nel 2023 per la proposta della sindaca leghista Anna Maria Cisint di vietare il burkini. In un comunicato, la sindaca ha definito inaccettabile che le persone di fede musulmana frequentino la spiaggia e il mare indossando abiti diversi dai costumi da bagno.

La sindaca Cisint ha manifestato ripetutamente posizioni islamofobe, conducendo una campagna politica contro la comunità musulmana. Ad esempio, l’anno scorso ha criticato duramente il digiuno dei bambini nelle scuole durante il Ramadan, il mese sacro per i musulmani in cui è vietato mangiare e bere dall’alba al tramonto, definendo tale pratica come “gravissima”.