Gestione strutture accoglienza migranti in Albania
Bando ministero dell'Interno per gestione strutture accoglienza migranti in Albania. Dettagli, tempistiche e criticità dell'accordo tra Italia e Albania.
Il ministero dell’Interno ha reso noto il bando di gara per la gestione delle tre strutture destinate all’accoglienza dei migranti che verranno istituite in Albania, in seguito all’accordo stipulato tra il governo italiano e quello albanese all’inizio di novembre. Si tratta di una procedura negoziale che prevede la selezione preventiva delle organizzazioni idonee a gestire tali strutture, le quali sono invitate a presentare la propria offerta entro il 28 marzo. Le tempistiche sono particolarmente stringenti a causa della data di apertura prevista entro il 20 maggio.
Le tre strutture avranno una capacità complessiva di poco più di mille posti e saranno destinate esclusivamente ad adulti, escludendo minori, donne in stato di gravidanza e altre categorie considerate vulnerabili. Una di queste strutture sarà ubicata nei pressi del porto di Shengjin, a circa 70 chilometri a nord di Tirana, dove si prevede che avverranno le operazioni di sbarco e identificazione. Le restanti due strutture saranno allestite a Gjader, venti chilometri più a nord, nell’entroterra. Una di esse sarà dedicata alla valutazione dei requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale, con una capienza massima di 880 persone, mentre l’altra fungerà da Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), con una capienza massima di 144 persone.
Secondo quanto previsto dal governo italiano, in Albania dovrebbero essere trasferite le persone soccorse dalle autorità italiane coinvolte nelle operazioni di salvataggio in mare, principalmente la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza e la Marina Militare, escludendo quindi le persone soccorse dalle organizzazioni non governative (ONG), senza che sia chiaro il motivo di questa distinzione.
Il valore complessivo dell’appalto è di circa 34 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno i rimborsi per i servizi di trasporto, utenze, raccolta rifiuti, manutenzione ordinaria e straordinaria, connessione Wi-Fi e assistenza sanitaria, i cui importi non sono ancora stati definiti.
Il bando prevede che la struttura presso il porto di Shengjin sarà dotata di un ambulatorio medico per l’assistenza sanitaria, una sala per le visite ambulatoriali, una stanza con tre posti letto e una stanza di isolamento con due posti. A Gjader, invece, saranno presenti tre sale per le visite ambulatoriali, due stanze con tre posti letto ciascuna, una sala operatoria, un laboratorio di analisi, una stanza attrezzata per radiografie ed ecografie, nonché uno spazio dedicato alle visite psicologiche e psichiatriche. È prevista la presenza di un team medico operativo 24 ore su 24, composto da un anestesista-rianimatore, un chirurgo generale, un ortopedico con competenze chirurgiche, personale specializzato in psichiatria, un infermiere strumentista, un operatore socio-sanitario, un tecnico di laboratorio, un tecnico di radiologia e un operatore sanitario specializzato in radiologia.
Nei documenti allegati al bando sono specificati i dettagli dei kit di accoglienza forniti alle persone ospitate nelle strutture, che includono pantaloni, maglietta intima, maglietta, pigiama, slip e calzini, con un solo cambio previsto tra estate e inverno. Inoltre, ogni ospite riceverà un rotolo di carta igienica a settimana, uno spazzolino al mese, un tubetto di dentifricio da 100 ml al mese, uno shampoo e un sapone liquido a settimana, oltre a un pettine.
Come avviene in altri centri di accoglienza, il rispetto degli standard di fornitura è soggetto a controlli da parte del ministero dell’Interno, poiché spesso i gestori dei centri non rispettano i requisiti stabiliti nei bandi, nonostante i controlli ministeriali siano sporadici.
Durante il periodo di permanenza in Albania, i migranti non potranno lasciare le strutture, e in caso contrario saranno riaccompagnati dalle autorità albanesi. Tuttavia, avvocati, rappresentanti di organizzazioni internazionali e dell’Unione Europea potranno accedere ai centri per fornire assistenza legale ai richiedenti asilo, conformemente alle normative italiane, albanesi ed europee.
Già al momento della firma dell’accordo tra i governi italiano e albanese erano emersi diversi problemi relativi al rispetto del diritto internazionale ed europeo nella gestione dei migranti. La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ha dichiarato lo scorso novembre che l’accordo non viola il diritto dell’Unione Europea in quanto si colloca al di fuori del suo ambito di competenza. Tuttavia, l’accordo non riguarda solo i soccorsi al di fuori delle acque territoriali italiane, ma anche i migranti soccorsi dalle autorità italiane, come la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza o la Marina Militare, che operano principalmente nelle acque territoriali italiane, salvo rare eccezioni in cui è necessario intervenire al di fuori di esse per salvare persone in pericolo imminente.
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