Assoluzione di Acerbi: polemiche sul caso di insulti razzisti in Serie A
Il giudice assolve Acerbi dall'accusa di insulti razzisti, mancando prove concrete. Polemiche e dibattito nel calcio sulle testimonianze e la lotta al razzismo.
Il giudice sportivo della Serie A ha assolto Francesco Acerbi dall’accusa di insulti razzisti da parte di Juan Jesus, mancando le prove necessarie per procedere con una sanzione. Acerbi, 35enne difensore dell’Inter, non è stato squalificato e sarà disponibile per la partita contro l’Empoli del 1° aprile.
Le aspettative di una possibile squalifica sono state disattese, poiché non è stato applicato l’articolo 28 del codice di giustizia sportiva che prevede fino a dieci giornate di squalifica per casi di discriminazione. Il giudice Gerardo Mastrandrea ha dichiarato che non c’era sufficiente certezza riguardo alla natura discriminatoria degli insulti riportati.
Juan Jesus aveva testimoniato di aver ricevuto l’offesa razzista da parte di Acerbi, ma la mancanza di prove concrete ha portato all’assoluzione del difensore interista. Questo verdetto ha destato scalpore, poiché nonostante la testimonianza dell’offeso, non è stata raggiunta la certezza necessaria per una condanna.
Il Napoli ha reagito duramente alla decisione, sostenendo che Juan Jesus potrebbe essere considerato colpevole di aver accusato ingiustamente Acerbi. La società azzurra ha espresso perplessità sul mancato intervento della giustizia sportiva nonostante le evidenze dell’offesa riportata.
La reazione di Juan Jesus alla sentenza è stata rappresentata da una foto con il pugno chiuso, simbolo di protesta contro il razzismo. Nel frattempo, la moglie di Acerbi ha risposto agli insulti ricevuti su Instagram, sottolineando la mancanza di prove sufficienti per condannare il marito.
Il caso di Vinicius Jr., che ha recentemente denunciato gli insulti razzisti subiti, ha suscitato un forte dibattito nel mondo del calcio. Il giocatore del Real Madrid ha espresso la sua tristezza per la situazione e ha chiesto azioni concrete per combattere il razzismo negli stadi.
