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Controversia sui test psicoattitudinali per magistrati

Il Consiglio dei ministri discute l'introduzione dei test psicoattitudinali per magistrati, suscitando polemiche e critiche da parte dell'Associazione nazionale magistrati.

Controversia sui test psicoattitudinali per magistrati

Il Consiglio dei ministri si appresta a discutere uno dei provvedimenti più controversi in tema di giustizia: l’introduzione dei test psicoattitudinali per i magistrati, una proposta a lungo sostenuta da Berlusconi che finalmente giunge all’attenzione del Cdm. La riunione è fissata per oggi, 26 marzo, e si preannuncia animata a causa delle numerose polemiche e proteste sollevate, soprattutto dall’Associazione nazionale magistrati.

Questo provvedimento, che non è l’unico all’ordine del giorno, potrebbe non trovare un consenso unanime tra i ministri. Ma cosa comportano esattamente questi test psicoattitudinali per i futuri magistrati? Si tratta di prove che verrebbero sostenute dopo le fasi scritta e orale del concorso, al fine di valutare l’idoneità psicoattitudinale degli aspiranti magistrati per l’esercizio delle funzioni giudiziarie.

La norma proposta dovrebbe limitarsi a introdurre il principio dei test attitudinali, mentre i dettagli delle prove e i responsabili della valutazione sarebbero successivamente definiti dal ministero della Giustizia e dal Csm. Tuttavia, secondo l’Associazione nazionale dei magistrati, il governo sta procedendo con l’introduzione dei test in modo elusivo rispetto alla volontà parlamentare, utilizzando una norma così generica da eludere anche il principio della riserva di legge che regola la giurisdizione.

Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, critica il mancato chiarimento sull’utilità e la natura di tali test, sottolineando come ciò possa essere interpretato come un attacco alla professionalità dei magistrati, insinuando la necessità di un controllo psicologico o psichiatrico su di essi.

Oltre ai test psicoattitudinali, la bozza di decreto sull’ordinamento giudiziario comprende altre misure, tra cui l’organizzazione degli uffici, il tema dei “fuori ruolo” e il cosiddetto “fascicolo del magistrato”, in linea con la riforma Cartabia. Quest’ultimo raccoglierebbe informazioni, atti e documenti relativi al percorso professionale dei magistrati, utili per la valutazione della loro professionalità, inclusi eventuali anomalie significative.

Resta aperta la questione della selezione dei documenti da inserire nel fascicolo, con la bozza che prevede una scelta a campione, nonostante le Commissioni Giustizia della Camera e del Senato abbiano sottolineato l’opportunità di includere tutti gli atti e i provvedimenti redatti da ciascun magistrato. Gli accessi al fascicolo saranno consentiti a membri del Consiglio superiore, dirigenti degli uffici, il magistrato stesso e i componenti dei consigli giudiziari.

Il Consiglio dei ministri convocato per oggi, 26 marzo 2024, discuterà diversi punti all’ordine del giorno, tra cui disposizioni sulla tutela dei minori in affidamento, semplificazione e digitalizzazione dei procedimenti economici, revisione della disciplina doganale e altro ancora.

Nel ddl sulle semplificazioni, si prevedono procedure più agevolate per interventi su immobili vincolati, il conferimento del titolo di “professore emerito” delle università, norme per la dispersione delle ceneri e farmacie polifunzionali. Tra le novità, vi è il limite al recupero degli anni scolastici, consentendo agli studenti di recuperarne al massimo due con un solo esame, anziché tre.