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Detenzione prolungata per giornalista statunitense in Russia

Il giornalista statunitense Evan Gershkovich rimane in detenzione preventiva in Russia fino a giugno 2024 per presunte accuse infondate di spionaggio. Il processo si tiene a porte chiuse senza prove concrete. Possibile scambio di prigionieri non ancora confermato.

Detenzione prolungata per giornalista statunitense in Russia

Venerdì, un tribunale di Mosca ha deciso di prolungare di altri tre mesi, fino al 30 giugno, la detenzione preventiva di Evan Gershkovich, giornalista statunitense arrestato in Russia il 29 marzo 2023 con accuse infondate di spionaggio. Questo significa che Gershkovich dovrà rimanere in carcere almeno fino al 30 giugno 2024, dopo che la sua detenzione preventiva è stata già prorogata quattro volte in passato, rispettivamente a maggio, agosto e novembre del 2023 e a gennaio del 2024.

Attualmente, non è stata ancora fissata la data di inizio del processo contro di lui. Gershkovich, 32 anni, è un giornalista di alto profilo che lavora per il Wall Street Journal e risiedeva a Mosca da sei anni. Il suo arresto è avvenuto in un ristorante di Ekaterinburg, situato nella Russia centro-occidentale, mentre sembrava stesse lavorando a un articolo riguardante le attività del gruppo Wagner.

Il procedimento giudiziario contro Gershkovich si è svolto finora a porte chiuse, senza che siano state presentate prove concrete a sostegno delle accuse mosse nei suoi confronti, che potrebbero costargli fino a 20 anni di reclusione. Nonostante il governo statunitense abbia manifestato interesse per un possibile scambio di prigionieri con la Russia, al momento tale ipotesi non si è ancora concretizzata.

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