Cronaca

L’architetto e il capomafia: un’intreccio di omertà e loschi affari

Un architetto sospeso e altri complici coinvolti in loschi affari con il capomafia Matteo Messina Denaro, rivelati da un'indagine dettagliata senza intercettazioni.

L’architetto e il capomafia: un’intreccio di omertà e loschi affari

Cittadini (apparentemente) al di sopra di ogni sospetto si ritrovano coinvolti in un intricato intreccio di relazioni con personaggi loschi e mafiosi. È quanto emerge dall’ultimo blitz che ha portato in carcere tre presunti fiancheggiatori del defunto boss Matteo Messina Denaro, figura intorno alla quale permane un’omertà pressoché totale, come sottolineato dalla Procura. Nessuno, nemmeno coloro che hanno avuto contatti con il capomafia durante la sua latitanza trentennale, ha fornito informazioni spontaneamente.

Le indagini condotte senza intercettazioni, ma basate sull’analisi meticolosa di documenti e collegamenti, hanno portato all’arresto dell’architetto Massimo Gentile, del tecnico radiologo Cosimo Leone e del giovane Leonardo Salvatore Gulotta. Questi arresti sono il frutto di un’indagine dettagliata che ha permesso di ricostruire i legami e le attività sospette dei coinvolti.

Massimo Gentile, architetto sospeso per motivi disciplinari nel 2016, è stato individuato grazie ai suoi legami con pregiudicati mafiosi come Nicolò Polizzi e Cataldo La Rosa. La sua vicinanza al mondo criminale emerge anche da contatti telefonici e transazioni sospette, come l’acquisto di veicoli intestati a lui ma utilizzati dal capomafia.

Le indagini hanno rivelato dettagli sorprendenti, come l’acquisto di una Fiat 500 e una moto Bmw da parte di Messina Denaro utilizzando l’identità di Gentile. Il capomafia, pur essendo uno dei ricercati più pericolosi d’Europa, riusciva a muoversi indisturbato grazie a queste operazioni fraudolente.

Ulteriori elementi incriminanti emergono dalle polizze assicurative intestate a Gentile per i veicoli acquistati dal boss. Anche la vendita formale della Fiat 500 alla madre di un complice di Messina Denaro solleva sospetti sul coinvolgimento dell’architetto in attività illecite.

La vicenda si complica ulteriormente con il coinvolgimento di Leonardo Salvatore Gulotta, legato al caso attraverso il numero di cellulare fornito da Messina Denaro a un autosalone. La rete di connessioni tra i coinvolti si rivela sempre più intricata e sospetta.

La storia si arricchisce di dettagli inquietanti, come lo smarrimento della carta d’identità di Gentile e la demolizione di una moto nel suo nome, collegata alle attività illecite del boss. Gli investigatori continuano a scavare nei meandri di questa intricata vicenda, cercando di svelare ogni singolo tassello di un puzzle criminale che coinvolge professionisti enigmatici e loschi individui legati alla criminalità organizzata.

Carta identità Massimo Gentile - fonte PalermoToday
Carta identità Massimo Gentile – fonte PalermoToday
Documento rilasciato in banca a Palermo da Matteo Messina Denaro - PalermoToday
Documento rilasciato in banca a Palermo da Matteo Messina Denaro – PalermoToday