Nuove misure sul credito edilizio: impatto sul bilancio pubblico
Il Consiglio dei ministri approva misure per ridurre generosità del superbonus edilizio, con possibili ripercussioni sul deficit e debito pubblico.
Il Consiglio dei ministri, riunitosi a Palazzo Chigi, ha approvato un provvedimento inaspettato riguardante il credito edilizio, che in passato era al 110% e nel tempo è stato ridotto. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato un decreto legge volto a monitorare i costi derivanti dai benefici fiscali per la riqualificazione degli edifici.
Una delle principali novità riguarda l’eliminazione di sconti in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora prevedevano tali agevolazioni. Inoltre, è stata introdotta una comunicazione preventiva per le nuove fattispecie, al fine di monitorare preventivamente i costi e evitare sorprese al momento della presentazione delle fatture.
Il ministro Giorgetti ha sottolineato che le misure adottate con il decreto sul superbonus e sui bonus edilizi mirano a ridurre l’eccessiva generosità di tali misure, che hanno avuto un impatto significativo sulla finanza pubblica. I costi derivanti da queste agevolazioni saranno contabilizzati entro breve e si prevede che avranno un impatto duraturo sul bilancio pubblico.
Il Documento di economia e finanza (Def) atteso per aprile potrebbe evidenziare un impatto maggiore del previsto del superbonus sul deficit del 2023, superando la soglia del 7,2% prevista dall’Istat. Questo potrebbe comportare ripercussioni a lungo termine sulle finanze pubbliche.
Il governo attende con interesse i dati di Eurostat relativi ai conti pubblici del 2023, che saranno comunicati a fine aprile, e l’outlook della Commissione Ue previsto per maggio. A giugno, l’Ufficio di statistica europeo si pronuncerà sulla classificazione dei bonus edilizi del 2024, valutando se distribuirli su più anni o contabilizzarli nell’anno di sostenimento della spesa.
Il ministro Giorgetti ha espresso ottimismo riguardo alla crescita economica, indicando una stima dell’1% rispetto all’1,2% previsto nella Nadef autunnale. Le previsioni di altre istituzioni nazionali e internazionali variano, con la Banca d’Italia che stima +0,6%, la Commissione europea e il Fondo monetario un +0,7%.
Per quanto riguarda il deficit del 2024, si prevede che rimanga al 4,3%, come indicato nella Nadef autunnale, mentre il debito pubblico dovrebbe attestarsi al 140,1% del PIL nel 2024, al 139,9% nel 2025 e al 139,6% nel 2026.