Trapper Baby Touchè indagato per detenzione abusiva di armi: la vicenda completa
La Squadra Mobile di Padova perquisisce Baby Touchè per armi e esplosivi, scoprendo armi softair e un machete. Il trapper viola il foglio di via obbligatorio con un videoclip minaccioso.
I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Padova hanno eseguito su delega della Procura della Repubblica di Padova un decreto di perquisizione nei confronti di un noto trapper della provincia padovana, Baby Touchè. Quest’ultimo è indagato a seguito della diffusione di un videoclip musicale, a pochi giorni dalla notifica del foglio di via obbligatorio da Padova, per detenzione abusiva di armi ed esplosivi.
Il video
Nel video, postato sul profilo Instagram, il giovane trapper, con addosso una maglia con su scritto Pdgang-Questa è Padova, maneggiava e brandiva assieme ad altri suoi complici delle armi da sparo. Pochi giorni dopo la prima pubblicazione, il video è stato sostituito da una nuova versione che si concludeva con il lancio di una bottiglia incendiaria con la quale veniva data alle fiamme la sigla della provincia padovana.
La perquisizione
Essendo già condannato per reati in materia di armi, la Procura ha disposto la perquisizione dell’abitazione del giovane trapper, alla ricerca delle armi mostrate nel video e di altre armi, munizioni o materie esplosive abusivamente detenute. Durante la perquisizione è stato sequestrato un machete con lama affilata della lunghezza totale di 54 centimetri, lo stesso che appare nel video musicale. Inoltre, è emerso che le armi esibite nel videoclip erano del tipo softair, scongiurando così il possesso e l’uso di armi vere da parte della gang.
I provvedimenti
Il trapper padovano, gravato da numerosi precedenti di polizia per fatti commessi con violenza alla persona, era stato destinatario a fine gennaio di un foglio di via obbligatorio emesso dal questore di Padova con il divieto di farvi ritorno per tre anni. A pochi giorni da quel divieto, il giovane ha pubblicato il videoclip musicale, nel quale oltre a brandire armi, pronunciava frasi minacciose. Alcuni membri del gruppo esibivano una scritta chiedendo la liberazione di alcuni loro compagni, fra cui il fratello del trapper, finiti in carcere per episodi criminali consumati in scontri tra bande giovanili, il più grave dei quali è stato il tentato omicidio di un altro trapper avvenuto nel giugno del 2022 in provincia di Bergamo.