L’ingiusta detenzione di Beniamino Zuncheddu
Beniamino Zuncheddu, ingiustamente detenuto per la strage di Sinnai, finalmente assolto dopo battaglie legali. La comunità locale chiede risarcimento per gli anni di prigionia.
Beniamino Zuncheddu è stato ingiustamente detenuto in carcere per 33 anni, accusato dell’omicidio di tre pastori nella strage di Sinnai del 1991. Durante la sua lunga prigionia, ha vissuto in celle sovraffollate e anguste, fino a quando è stato finalmente dichiarato innocente e liberato.
La sentenza di assoluzione è stata emessa dopo anni di battaglie legali e proteste da parte della comunità locale di Burcei, il paese di Zuncheddu, che non ha mai smesso di chiedere giustizia e verità. Ora lo Stato dovrà risarcire Zuncheddu con circa 30mila euro per i danni subiti durante gli anni di detenzione ingiusta.
La strage di Sinnai, in cui persero la vita tre pastori e un quarto rimase ferito, fu il risultato di una faida tra famiglie di pastori, con forti contrasti tra i Fadda e gli Zuncheddu. La testimonianza chiave che portò alla condanna di Zuncheddu fu quella del sopravvissuto Luigi Pinna, che inizialmente non riconobbe l’aggressore ma in seguito lo accusò.
Dopo la riapertura del processo tre anni fa, Zuncheddu è stato finalmente riconosciuto innocente e scarcerato il 25 novembre. L’avvocato Mauro Trogu sta ancora aspettando le motivazioni della sentenza per richiedere il risarcimento per l’ingiusta detenzione subita dal suo assistito.