Riforma dei finanziamenti per la coesione nell’UE: soldi in cambio di riforme
La Commissione europea propone una riforma dei finanziamenti per la coesione basata sul principio 'soldi in cambio di riforme', suscitando dubbi e critiche ma mirando a mantenere i Paesi membri allineati agli standard dell'Unione.
La Commissione europea sta valutando una proposta per riformare la gestione dei finanziamenti per la coesione, che rappresentano una fetta considerevole del bilancio Ue: ben 392 miliardi per il periodo 2021-2027, di cui circa 43 sono destinati all’Italia. Secondo la proposta, gli Stati potrebbero ricevere i fondi Ue solo se dimostrano di voler implementare progetti di riforma finalizzati al raggiungimento di obiettivi specifici, simile al Pnrr.
La Politica di coesione dell’Unione europea mira a sostenere economicamente gli Stati membri più poveri per aumentare la coesione economica, sociale e territoriale. Questa politica di investimento, che rappresenta circa un terzo del bilancio settennale dell’Ue, si articola attraverso diversi programmi come il Fondo per lo sviluppo regionale europeo, il Fondo sociale europeo e il Fondo per una transizione giusta.
Attualmente, 15 Stati membri beneficiano del finanziamento per la coesione in tutta l’Unione europea. La Commissione europea intende adottare un approccio simile al Next Generation EU, basando la gestione dei fondi di coesione sul principio “soldi in cambio di riforme”. Questo nuovo modello prevede che l’erogazione dei fondi dipenda non solo dalla corretta realizzazione dei progetti, ma anche dall’effettiva attuazione delle riforme concordate.
La proposta di condizionalità dei finanziamenti ha suscitato dubbi e critiche da parte di alcuni esperti, che ritengono che legare i fondi a obiettivi specifici possa essere difficile da attuare e inefficace. Tuttavia, la Commissione europea sostiene che questo approccio potrebbe accelerare l’implementazione dei fondi e aumentare l’orientamento ai risultati della politica.
La proposta di riforma arriva in un momento in cui l’Unione europea sta valutando l’espansione e potrebbe accogliere nuovi membri. L’obiettivo è mantenere i governi motivati a rispettare gli standard dell’Unione legando le performance dei Paesi membri ai finanziamenti.
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