Cronaca

Emergenza suicidi in carcere: la necessità di un cambiamento radicale

In Italia, il trentaduesimo suicidio in carcere nel 2024 evidenzia la grave situazione penitenziaria. Il sindacato UilPa denuncia una 'pena di morte di fatto' e chiede interventi urgenti per ridurre i suicidi e migliorare il sistema carcerario.

Emergenza suicidi in carcere: la necessità di un cambiamento radicale

A Uta, un detenuto di 32 anni si è tolto la vita durante la sua seconda notte in carcere. Era stato fermato a Cagliari mentre guidava un’auto rubata, tentando poi la fuga a piedi con documenti e carte di credito rubati. Questo tragico evento rappresenta il trentaduesimo suicidio in carcere dall’inizio del 2024 in Italia, con 29 detenuti e 3 agenti penitenziari che hanno perso la vita in questo modo.

Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa, sindacato della polizia penitenziaria, ha denunciato la situazione critica delle carceri italiane, definendo la situazione attuale come una “pena di morte di fatto”. Ha sottolineato la necessità di interventi immediati e incisivi per affrontare un’emergenza senza precedenti, evidenziata dal numero record di suicidi in carcere.

Ogni suicidio rappresenta un dramma individuale, ma è evidente che le carceri sono sovraffollate e necessitano di un maggior supporto psicologico e psichiatrico. È fondamentale puntare su alternative alla detenzione, come i domiciliari, i lavori socialmente utili e il braccialetto elettronico per coloro che non rappresentano un pericolo per la società o che si trovano in fase di conclusione della pena.

Nel 2023, i suicidi nelle carceri italiane sono stati 67, con 156 tentativi registrati. Samuele Ciambriello, portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti, ha sottolineato la necessità di intervenire sull’organizzazione delle carceri, aumentando il numero di psicologi, psichiatri ed educatori come figure di supporto e mediatori. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di promuovere progetti di inclusione sociale e di lavoro all’interno delle strutture carcerarie.

È urgente rivedere la concezione educativa all’interno delle carceri e promuovere una maggiore consapevolezza civica riguardo al sistema penitenziario. Il carcere non dovrebbe essere considerato come un male necessario, ma come un luogo in cui è fondamentale garantire il recupero e la riabilitazione dei detenuti, offrendo loro opportunità di reinserimento sociale e lavorativo.