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Sfiducia ai ministri Salvini e Santanchè: tensione in Parlamento

La Camera discute le mozioni di sfiducia ai ministri Salvini e Santanchè. Tensione tra maggioranza e opposizione. Santanchè resistente, Salvini sotto accusa. Voti divisi e polemiche in aula.

Sfiducia ai ministri Salvini e Santanchè: tensione in Parlamento

Dopo il lungo ponte pasquale, la Camera riapre i battenti per discutere le due mozioni di sfiducia ai ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. L’ordine arrivato da Palazzo Chigi è quello di mostrare la massima compattezza e di blindare i due ministri, per questo i gruppi dei partiti di maggioranza hanno precettato tutti i parlamentari, annullando persino le missioni.

A Salvini viene contestato il rapporto della Lega con Russia Unita, il partito di Putin, mentre a Santanchè le inchieste giudiziarie che la coinvolgono direttamente nella sua veste di imprenditrice. L’opposizione fa squadra sulla sfiducia a Daniela Santanchè: il Pd vota la mozione del M5s.

Tuttavia, soprattutto nel caso della ministra del Turismo, non è un mistero che nella maggioranza siano in molti a pensare che dovrebbe fare un passo indietro, soprattutto per non danneggiare la campagna elettorale per le prossime elezioni europee. Se ci dovesse essere un rinvio a giudizio, deciderà Giorgia Meloni: la Santanchè è un ministro di Fratelli d’Italia, noi siamo garantisti, dopodiché la Meloni, che è presidente del Consiglio e segretario di Fratelli d’Italia, deciderà di fronte a un rinvio a giudizio, è giusto che sia così. Non è la Lega che deve entrare nelle questioni degli altri partiti. Sono le parole del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che prima di entrare in aula si è fermato a parlare con i cronisti in Transatlantico.

Renzi: Votiamo sì alla sfiducia a Salvini, no a quella su Santanchè. Sull’altro fronte, come spesso accade, le opposizioni arrivano divise all’appuntamento, con i centristi che voteranno a favore della sfiducia a Salvini (pur non avendola firmata) e contro quella alla ministra Santanchè. “Votiamo sì alla sfiducia a Salvini non avendo firmato la mozione perché non abbiamo trovato credibili alcuni co-firmatari e mi riferisco al Movimento 5 Stelle”, così il capogruppo di Italia Viva alla Camera, Davide Faraone, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai3.

Santanchè resiste: “Un rinvio a giudizio non è una condanna. Ma ha chiesto decine di dimissioni per molto meno”. Votiamo no alla sfiducia a Santanchè – spiega ancora Renzi – perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari. Daniela Santanchè ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanchè che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo.

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Matteo Renzi (LaPresse)

Appendino (M5S): Santanchè ha mentito al Parlamento. A chi tra i banchi della maggioranza si trincera dietro al garantismo – ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, intervenendo in aula – lo dico molto chiaramente: il punto qui non è giudiziario, il punto qui è prettamente politico. Ve la metto così: per voi serve aspettare il rinvio a giudizio e l’eventuale condanna per chiedere le dimissioni di una Ministra che ha messo in scena una recita infarcita di menzogne in Parlamento mentendo così a tutti gli italiani? Avreste dovuto esigere le sue dimissioni il giorno stesso per una questione di dignità.

L’ex sindaca di Torino ha poi citato la premier: “Giorgia Meloni diceva ‘Viviamo in un tempo in cui la politica per recuperare la fiducia dei cittadini deve stare un passo avanti alla società e dare il buon esempio’. Erano altri tempi, era un’altra Giorgia Meloni. Era quella che diceva di essere dalla parte del popolo. Oggi è sparita: ci resta quella che protegge la casta, finanzia le lobby delle armi, china la testa alle banche non tassando gli extraprofitti e che del popolo se ne infischia”, ha concluso.

Scotto (Pd): Votiamo sì a sfiducia Santanchè. Il Partito Democratico fa squadra col Movimento 5 Stelle e vota entrambe le mozioni di sfiducia: “Voteremo a favore di questa mozione di sfiducia anche per l’atteggiamento del governo perché, di fronte a una vicenda così significativa, è incredibile che non ci sia una grande attenzione di fronte a un fatto oggettivo. Qui c’è una ministra del governo che in questi anni si è prodigata nel dare lezioni a tutti, soprattutto ai poveri cristi e quando poi è toccato a lei non si è nemmeno degnata di venire questa mattina in Parlamento”, così il deputato dem, Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in aula a Montecitorio.

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Chiara Appendino (LaPresse)

Siracusano: Il Parlamento non può anticipare i processi. A difendere la ministra in aula, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano: “Alcune questioni poste e alcuni temi – ha spiegato nel suo intervento di replica – non fanno onore al Parlamento. La tanto invocata separazione dei poteri non può essere usata a intermittenza, secondo convenienza di parte, e dovrebbe indurre il Parlamento a rispettare il lavoro della magistratura nel silenzio e con sobrietà, senza anticipare i processi. Questo ho sentito fare in aula. Questo non significa rispettare il lavoro della magistratura. Questa tipologia di dibattito può costituire un pericoloso precedente, rischia di attribuire alla magistratura una funzione di comporre e scomporre il governo. Funzione che non è sua e che non credo la magistratura vuole le sia attribuita.”

Staff
  • PublishedApril 3, 2024