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Bodycam per operatori sanitari: contrastare le aggressioni in Lombardia

L'AREU in Lombardia adotta bodycam per contrastare le 223 aggressioni subite dagli operatori sanitari a Pavia nel 2023. La misura mira a prevenire violenze diffuse in Italia.

Bodycam per operatori sanitari: contrastare le aggressioni in Lombardia

L’Agenzia regionale per la gestione dell’emergenza e urgenza in Lombardia, l’AREU, ha stipulato un accordo con i sindacati di Pavia per equipaggiare i suoi operatori sanitari con una bodycam, ovvero una videocamera indossabile durante i turni di lavoro per registrare gli eventi di fronte a loro. Questa iniziativa mira a contrastare le aggressioni rivolte ai medici, infermieri e soccorritori, un problema diffuso non solo a Pavia, ma in tutta Italia.

Nel corso del 2023, gli operatori sanitari attivi nella provincia di Pavia hanno subito ben 223 aggressioni, quasi una al giorno. A livello nazionale, le aggressioni sono state oltre 12.000, per la precisione 12.321. Questi dati, resi noti a metà marzo dal ministero della Salute, hanno portato all’istituzione di un osservatorio per monitorare questo fenomeno. Il reparto più esposto a rischi è il pronto soccorso, dove si sono verificati diversi episodi di violenza fisica e verbale nei confronti del personale sanitario, con danneggiamenti alle strutture e interruzioni delle cure per gli altri pazienti.

Le regioni con il maggior numero di aggressioni segnalate sono la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Piemonte, con un netto distacco rispetto ad altre regioni più popolose come il Lazio e la Campania. La Sicilia, regione autonoma, non ha fornito dati in merito. È importante sottolineare che le cifre ufficiali potrebbero sottostimare il reale numero di episodi violenti, poiché molte aggressioni non vengono denunciate.

Il sindacato ANAAO Assomed ha condotto un questionario che ha rivelato che il 69% degli operatori sanitari non denuncia le aggressioni subite, spesso per mancanza di fiducia nel sistema giudiziario. Questa diffidenza deriva dalla percezione diffusa che le azioni legali non risolvano i problemi, ma possano addirittura peggiorarli.

Di fronte a questa situazione, l’AREU e la regione Lombardia hanno deciso di investire nella prevenzione, sebbene con alcune difficoltà e ritardi. L’introduzione delle bodycam per gli operatori del 118 era stata annunciata nel luglio del 2022 dall’ex assessora regionale al Welfare Letizia Moratti, con un finanziamento di 1,5 milioni di euro. Tuttavia, l’accordo effettivo è stato siglato solo a metà marzo a Pavia. Prossimamente verranno stipulati accordi simili con i sindacati anche nelle altre province lombarde, mentre un progetto analogo è stato annunciato anche per la provincia di Salerno.

A Pavia, il dialogo con i sindacati è stato breve, poiché l’utilizzo della bodycam è facoltativo per i medici e gli infermieri in servizio per il 118 sulle ambulanze o nei pronto soccorso. Le regole prevedono che la videocamera venga attivata all’inizio del turno e rimanga in standby, con la registrazione che può essere avviata solo su decisione dell’operatore. In caso di aggressione fisica o minacce, i soccorritori devono informare le persone coinvolte dell’avvio della registrazione, che potrà essere utilizzata come prova in tribunale. I video vengono conservati per 24 ore e possono essere acquisiti dalle forze dell’ordine in caso di denuncia o indagini, senza registrazione audio e senza dispositivi di geolocalizzazione per garantire la privacy dei dipendenti.

Patrizia Sturini, sindacalista della CGIL di Pavia, ha dichiarato che i lavoratori dell’AREU hanno accolto positivamente l’introduzione delle bodycam come misura di tutela e segnale di attenzione nei loro confronti. Tuttavia, al momento non sono disponibili informazioni sul numero esatto di videocamere che saranno distribuite. Sturini ha sottolineato che il problema delle aggressioni è concreto e grave, e che la bodycam potrebbe agire come deterrente.

Il presidente della SIMEU, Fabio De Iaco, ha espresso un parere più cauto riguardo a progetti simili, sottolineando che medici e infermieri non dovrebbero essere equiparati a forze dell’ordine. De Iaco ha evidenziato l’importanza della prevenzione e di un lavoro culturale per garantire la sicurezza degli operatori, esprimendo preoccupazione riguardo a possibili sviluppi che potrebbero portare all’adozione di strumenti come i taser.

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  • PublishedApril 5, 2024