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Capre selvatiche ad Alicudi: una problematica in crescita

Il proliferare delle capre selvatiche ad Alicudi, isola delle Eolie, minaccia l'ambiente e la sicurezza. La Regione Siciliana cerca soluzioni per trasferirle.

Capre selvatiche ad Alicudi: una problematica in crescita

Ad Alicudi, un’isola vulcanica dell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, il proliferare delle capre selvatiche rappresenta una problematica sempre più urgente per gli abitanti locali. Con una popolazione di poco più di 600 esemplari, queste creature si trovano in eccesso rispetto alla dimensione dell’isola, che conta solamente 5 chilometri quadrati e ospita meno di 100 residenti in modo stabile. Sebbene per i visitatori la presenza delle capre possa risultare pittoresca, la realtà è che gli animali causano danni significativi: danneggiano i muri a secco dei terrazzamenti, divorano abbondantemente arbusti e piante protette all’interno della riserva naturale dell’isola, si avvicinano alle abitazioni per cercare cibo e ostruiscono i sentieri.

La presenza delle capre ad Alicudi non è frutto di un processo naturale, in quanto non sono autoctone dell’isola. Circa vent’anni fa, alcuni allevatori le introdussero sull’isola, ma la gestione di queste creature si rivelò più complessa del previsto. Alcuni esemplari riuscirono a fuggire dagli allevamenti per rifugiarsi nelle zone disabitate dell’isola, dove iniziarono a riprodursi in modo incontrollato. Queste capre si inselvatichirono e occuparono le aree più elevate di Alicudi, nonché il versante settentrionale della montagna, una zona disabitata.

L’aumento significativo della popolazione caprina e i danni ad esso correlati hanno spinto l’amministrazione comunale di Lipari, a cui Alicudi fa capo, a richiedere supporto alla Regione Siciliana per finanziare un monitoraggio della situazione. Questo incarico è stato assegnato a una società toscana, che ha inviato sull’isola dei tecnici per studiare in dettaglio la diffusione delle capre e valutare i danni provocati. Grazie all’utilizzo di droni, è stato possibile effettuare un censimento preciso degli animali presenti sull’isola. Oltre alle capre di razza girgentana, saanen e tibetana, sono stati individuati anche un gregge di 30 pecore e tre muli allo stato brado.

Le indagini hanno permesso di mappare l’impatto delle capre sull’ambiente naturale, in particolare sulle specie vegetali tipiche dell’isola, le cui popolazioni sono a rischio a causa della voracità degli animali. Secondo lo studio condotto, le capre hanno danneggiato anche una parte considerevole dei muretti a secco che delimitano i terrazzamenti affacciati sul mare nella parte meridionale dell’isola, noti come lenze. Inoltre, il comune ha dovuto vietare l’accesso a determinati sentieri a causa del rischio di caduta massi provocato dalle capre. “Si sono trasformate in un problema enorme, sono diventate incontrollabili”, ha dichiarato il sindaco Riccardo Gullo. “Da tempo chiedevamo una soluzione, poiché rappresentano un pericolo per i residenti e i visitatori.”

La conclusione a cui sono giunti i ricercatori è che l’unica soluzione per risolvere la questione nel rispetto degli animali è trasferire le capre altrove. Di recente, la Regione ha emesso un avviso per donarle. Il bando è rivolto agli allevatori, che potranno ricevere al massimo 50 capre ciascuno, con la possibilità di ottenere un numero maggiore nel caso in cui le richieste siano limitate. Prima del trasferimento, le capre dovranno essere catturate, messe in recinti e sottoposte a visite veterinarie per accertarne lo stato di salute. Gli allevatori interessati dovranno rispondere all’avviso entro il 10 aprile e si occuperanno del trasporto a proprie spese, considerando che Alicudi dista circa tre ore di traghetto da Milazzo. “Non sappiamo ancora se ci sarà interesse, poiché la gestione è affidata alla regione”, ha aggiunto Gullo. “Speriamo che molti si facciano avanti.”