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Elezioni presidenziali in Slovacchia: sfida tra due visioni politiche contrastanti

Il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Slovacchia vede contrapposti Ivan Korcok e Peter Pellegrini, con implicazioni geopolitiche significative. La competizione si concentra su posizioni pro-UE e filorusse, con un'attenzione speciale alla minoranza ungherese slovacca.

Elezioni presidenziali in Slovacchia: sfida tra due visioni politiche contrastanti

Sabato si terrà in Slovacchia il ballottaggio delle elezioni presidenziali, con due candidati in lizza: Ivan Korcok, ex diplomatico negli Stati Uniti ed ex ministro degli Esteri, e Peter Pellegrini, ex primo ministro sostenuto dal governo filorusso e populista guidato da Robert Fico.

Il presidente in Slovacchia ha principalmente un ruolo cerimoniale, ma detiene anche alcune funzioni di controllo sul governo. Le elezioni presidenziali attirano comunque molta attenzione per il loro significato simbolico: una vittoria del candidato sostenuto da Fico potrebbe indicare un ulteriore spostamento del paese verso posizioni ostili all’Unione Europea e vicine alla Russia.

Korcok ha vinto il primo turno con un margine del 5%, ma la competizione al ballottaggio si preannuncia serrata. Pellegrini potrebbe beneficiare dei voti ottenuti al primo turno da Stefan Harabin, candidato anti-establishment e filorusso, più vicino alle sue posizioni che a quelle di Korcok.

Per Korcok potrebbe essere complicato conquistare consensi tra gli ungheresi slovacchi, una minoranza concentrata soprattutto nel sud del paese e considerata un bacino elettorale significativo (circa il 7% della popolazione). Questo gruppo è stato influenzato sempre di più da Fidesz, il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán, il cui orientamento verso la Russia è più affine a Pellegrini che a Korcok.

In Slovacchia, l’elettorato europeista è prevalentemente urbano e ha manifestato con vigore contro alcune decisioni del governo di Fico, ritenute minacce per lo stato di diritto, specialmente in ambito giudiziario e dell’informazione. Fico è al suo quarto mandato come capo del governo, con precedenti esperienze come primo ministro dal 2006 al 2010 e in due governi dal 2012 al 2018. Il suo partito è stato coinvolto in scandali e accusato di corruzione. Durante la campagna elettorale più recente, Fico aveva promesso di cessare l’invio di armi in Ucraina e di opporsi alle sanzioni contro la Russia.

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