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Emergenza migranti a Lampedusa: flusso continuo e soccorsi in mare

Lampedusa affronta un flusso costante di migranti, con soccorsi in mare e sfide umanitarie. Il governo gestisce gli ingressi regolari e irregolari con un approccio rigoroso e umanitario.

Emergenza migranti a Lampedusa: flusso continuo e soccorsi in mare

La situazione a Lampedusa è sempre più critica, con un continuo flusso di sbarchi di migranti nelle ultime ore. Il bel tempo favorisce le partenze, portando oltre 400 persone sull’isola siciliana, tra cui donne e bambini provenienti dal Benin, Camerun, Costa d’Avorio e altri paesi, molti partiti da Sfax, in Tunisia.

Spesso i migranti non vengono soccorsi in mare, ma intercettati una volta toccata terra. Recentemente, un gruppo di circa 50 persone è stato individuato dalla guardia di finanza a Cala Madonna, proveniente dalla Libia e pagando 5mila dinari libici. L’hotspot ha raggiunto il limite delle mille presenze.

Le imbarcazioni che tentano la traversata sono spesso vittime delle onde, soprattutto i pericolosi piccoli barchini instabili. In un Mediterraneo privo di flotte di soccorso europee e con poche navi Ong, la situazione diventa drammatica.

Il governo Meloni credeva che gli accordi con il governo tunisino stessero funzionando, con la Marina tunisina che ha intercettato 55 imbarcazioni al largo di Sfax in un solo giorno, riportando indietro 1867 persone e recuperando 13 cadaveri da naufragi. Molti barchini scompaiono senza lasciare traccia.

Nel frattempo, il ministro dell’Interno Piantedosi difende la politica di rigore, sottolineando l’impegno nel gestire gli ingressi regolari e promuovendo corridoi umanitari e ingressi per lavoro. L’obiettivo è bilanciare l’immigrazione regolare con un approccio rigoroso verso gli ingressi irregolari, considerando l’immigrazione regolare come un’opportunità per i Paesi con bassa natalità, ma ponendo attenzione alla sostenibilità e al rispetto delle regole.