Economia

Il nuovo Patto di stabilità e gli investimenti sociali in pericolo: l’Italia perderà 4,5 miliardi di euro entro il 2027

Il Patto di stabilità porterà tagli per 4,5 miliardi di euro in Italia entro il 2027, compromettendo investimenti cruciali in settori sociali. Anche altri Paesi europei affronteranno significative riduzioni.

Il nuovo Patto di stabilità e gli investimenti sociali in pericolo: l’Italia perderà 4,5 miliardi di euro entro il 2027

Un recente studio condotto dalla New economics foundation per la Confederazione europea dei sindacati ha evidenziato che con il nuovo Patto di stabilità, l’Italia sarà costretta a rinunciare a 4,5 miliardi di euro di investimenti in settori cruciali come la sanità, l’istruzione e le politiche abitative entro il 2027.

Il focus dell’analisi si è concentrato sugli obiettivi di spesa fissati dall’Unione europea nel contesto del Green deal e del piano di ripresa post-Covid, in particolare riguardanti scuole, ospedali e alloggi accessibili, noti come investimenti sociali. Secondo il rapporto, per soddisfare tali target, sarebbero necessari 192 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi all’anno nei 27 Stati membri.

Tuttavia, gli esperti della New economics foundation prevedono che il nuovo Patto di stabilità comporterà significativi tagli alle spese, colpendo soprattutto Paesi come l’Italia, alle prese con una marcata riduzione del debito pubblico e, di conseguenza, dei deficit annuali.

Il rapporto stima che complessivamente ci saranno tagli per un totale di 100 miliardi di euro entro il 2027. L’Italia, in base agli obiettivi dell’UE, dovrebbe investire 8,1 miliardi nei prossimi tre anni nei settori indicati, ma con i limiti imposti dal nuovo Patto di stabilità, la spesa massima prevista è di soli 3,6 miliardi di euro. Da qui deriva un deficit di investimenti di 4,5 miliardi in sanità, istruzione e edilizia sociale.

Anche Paesi come Germania, Francia, Spagna e Polonia si troveranno ad affrontare tagli miliardari agli investimenti sociali, e ben 18 dei 27 Stati membri non raggiungeranno gli obiettivi prefissati, come sottolineato nel rapporto.

Esther Lynch, segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati, ha sottolineato l’importanza di regole economiche che pongano al centro le esigenze dei lavoratori e la sostenibilità ambientale. Ha evidenziato che agire in contrasto con tali priorità, soprattutto in vista delle elezioni imminenti, potrebbe portare a conseguenze disastrose.

Le norme proposte, secondo Lynch, costringerebbero gli Stati membri a restrizioni che impedirebbero loro di effettuare gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi sociali e climatici dell’UE. Questo scenario, come sottolineato nel rapporto, si tradurrebbe in una riduzione di ospedali, scuole e alloggi accessibili, in un momento in cui la domanda in questi settori è in costante aumento.