Economia

Superbonus in Italia: Impatto Economico e Critiche

Il superbonus in Italia genera critiche per l'aumento del debito pubblico e l'efficacia limitata sul Pil. Rischi per il futuro economico nazionale.

Superbonus in Italia: Impatto Economico e Critiche

Gli incentivi fiscali del superbonus sono stati definiti la peggiore misura di politica fiscale degli ultimi dieci anni in Italia. Questo giudizio netto proviene dall’osservatorio Oxford Economics, una società di consulenza macroeconomica internazionale con sede nel Regno Unito. A poche ore dalla presentazione del documento di economia e finanza (Def), l’analisi dell’economista Nicola Nobile mette in luce come il superbonus contribuirà ad aumentare il debito pubblico italiano nei prossimi anni, con un aggravio stimato intorno ai 200 miliardi di euro per sgravi fiscali che si tradurranno in maggiori necessità di finanziamento, pari a circa il 2% del Pil annuo nel periodo 2024-2026.

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), a fine marzo l’onere a carico dello Stato per le detrazioni del superbonus ha superato i 122 miliardi di euro, corrispondenti al 5,8% del Pil del 2023. Questo dato non include il bonus facciate e altri incentivi edilizi. Nel solo mese di marzo, l’aggravio per i conti pubblici è stato di otto miliardi di euro, equivalente al costo annuale del reddito di cittadinanza. Il totale dei bonus edilizi dovrebbe raggiungere la cifra di 210 miliardi di euro, superando le previsioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

L’analisi di Oxford Economics sottolinea che il moltiplicatore fiscale del superbonus sarà limitato e l’impatto sulla produzione potenziale sarà quasi nullo. Inoltre, il costo effettivo del piano è risultato molto più elevato rispetto alle stime iniziali, e i suoi effetti sul debito pubblico si faranno sentire nei prossimi anni. Nonostante una crescita nominale positiva e un deficit fiscale in diminuzione, il debito pubblico in rapporto al Pil continuerà ad aumentare.

Secondo l’economista Nicola Nobile, la fine di questi incentivi comporterà un rallentamento nel settore edile, con investimenti nelle costruzioni residenziali post-bonus in calo del 20% nei prossimi tre anni. Sebbene i mercati finanziari siano al momento tranquilli, poiché l’economia italiana ha dimostrato una certa resilienza con una performance post-pandemia leggermente superiore alla media dell’Eurozona, c’è il rischio che i mercati non abbiano ancora compreso appieno l’impatto negativo che queste misure avranno sul debito pubblico futuro.