Emergenza suicidi in carcere: uomo arrestato per violenza sessuale si suicida in cella
Situazione allarmante e misure di contrasto
Un uomo di 42 anni è stato trovato morto in cella nel carcere di Pavia, dove si trovava in attesa di essere processato per aver violentato un’anziana di 89 anni a Sesto San Giovanni, vicino a Milano. Il detenuto si è suicidato utilizzando un cavo dell’antenna della tv come mezzo, bloccando anche la porta della cella per ritardare i soccorsi. Gli agenti penitenziari, una volta entrati, lo hanno soccorso e trasportato in ospedale, ma è deceduto poco dopo il ricovero. Si trattava di un cittadino egiziano che doveva affrontare il processo per violenza sessuale con il rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare di Monza. L’uomo era stato arrestato dai carabinieri grazie al Dna e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo avevano ripreso mentre commetteva il reato.
Questo non è il primo caso di suicidio nel carcere di Pavia Torre del Gallo: recentemente si era tolto la vita Jordan Tinti, conosciuto come Jordan Jeffrey Baby, un giovane trapper condannato a oltre 4 anni di carcere per rapina aggravata.
La situazione dei suicidi in carcere è allarmante: dall’inizio del 2024 sono già 30 i detenuti che si sono tolti la vita, con una media di quasi uno ogni tre giorni. Nel 2023 erano stati 69. Sebbene le motivazioni siano personali, molti detenuti condividono problemi comuni. Le carceri italiane soffrono di sovraffollamento, con 61.049 detenuti presenti in strutture che hanno solo 51.178 posti regolamentari, secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 31 marzo 2024.
Di fronte a questa emergenza, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha stanziato 5 milioni di euro per il 2024 al fine di potenziare i servizi trattamentali e psicologici nelle carceri, coinvolgendo esperti specializzati e professionisti esterni. L’obiettivo è contrastare il fenomeno dei suicidi tra la popolazione detenuta.
