Cronaca

Omicidio di Yana Malayko: il processo per giustizia

La tragica morte di Yana e il processo contro l'assassino accusato

Omicidio di Yana Malayko: il processo per giustizia

La tragica morte di Yana Malayko, avvenuta la notte del 20 gennaio 2023, ha dato il via al processo per stabilire le responsabilità dell’omicidio. Il padre della giovane, Oleksander, originario dell’Ucraina, ha reso la sua testimonianza commovente davanti alla Corte d’assise di Mantova. Ha raccontato di come Yana desiderasse una famiglia e dei figli, di come volesse solo essere felice, ma non gli avesse mai confidato i suoi problemi. Queste parole sono state pronunciate con voce rotta dalle lacrime.

L’unico imputato per la morte di Yana è Dumitru Stratan, conosciuto come Dima, attualmente detenuto nel carcere di Pavia. È accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Si suppone che abbia ucciso la sua ex fidanzata strangolandola a mani nude, causandole asfissia meccanica. Il corpo di Yana è stato poi colpito ripetutamente, forse con una spranga, lasciando segni evidenti di ecchimosi e lesioni. Infine, è stato chiuso in una valigia e abbandonato in una strada di campagna tra Lonato e Castiglione delle Stiviere.

Il papà di Yana Malayko. Foto Fabrizio Cattina LaPresse
Il papà di Yana Malayko. Foto Fabrizio Cattina LaPresse

Il cadavere di Yana è stato ritrovato dopo diversi giorni di ricerche estenuanti. Il fidanzato Dima è stato arrestato e, in caso di premeditazione riconosciuta, rischia l’ergastolo. La famiglia della vittima, i suoi legali e l’associazione Yana (You are not alone) chiedono giustizia e una condanna severa per l’assassino.

A destra e a sinistra Yana Malayko, al centro Dumitru Stratan
A destra e a sinistra Yana Malayko, al centro Dumitru Stratan

Le testimonianze raccolte indicano che tra Yana e Dumitru vi fossero tensioni già da mesi. Dopo essersi lasciati, la ragazza si era rifugiata a casa della sorella di Stratan, Cristina, che ha ammesso di averla colpita ma di non aver avuto l’intenzione di ucciderla. Durante il processo, sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui il luogotenente dei carabinieri Domenico Niccolis, che ha avviato le indagini dopo la segnalazione della sorella di Stratan.

Secondo le ricostruzioni, Stratan avrebbe ingannato Yana facendole credere di volerle restituire il cane che avevano in comune. L’incontro si è trasformato in tragedia all’interno dell’appartamento in cui avevano vissuto insieme. Dopo l’omicidio, Stratan si è allontanato a bordo di diverse auto, cercando di nascondere il corpo della vittima. È stato aiutato da un anziano residente, ignaro di quanto fosse accaduto, e si è presentato alla polizia solo dopo aver appreso della scomparsa di Yana dai giornali.

La brutalità dell’assassinio è stata descritta dettagliatamente in una nota ufficiale della procura e della pm Manuela Fasolato, che ha evidenziato le lesioni multiple sul corpo di Yana compatibili con un’asfissia meccanica violenta. Il processo proseguirà fino all’estate, con le prossime udienze già fissate a partire dal 2 maggio.

Carabinieri e scientifica sul luogo del ritrovamento del corpo di Yana. LaPresse
Carabinieri e scientifica sul luogo del ritrovamento del corpo di Yana. LaPresse
Staff
  • PublishedApril 12, 2024