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Il dilemma di Elly Schlein: inclusione nel simbolo elettorale del PD

Un confronto interno sul logo per le elezioni europee 2024

Il dilemma di Elly Schlein: inclusione nel simbolo elettorale del PD

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha annunciato ieri la sua candidatura come capolista nelle circoscrizioni Centro e Isole alle elezioni europee del 2024. Tuttavia, all’interno del partito si è aperto un dibattito riguardo alla proposta di includere il nome di Schlein nel simbolo elettorale per le europee, suscitando malumori sia nella maggioranza dem che nella minoranza guidata da Bonaccini. La scadenza per la registrazione dei simboli si avvicina e la decisione dovrà essere presa entro oggi pomeriggio.

Elly Schlein si trova di fronte a un dilemma per le elezioni europee del 2024. Schlein è riuscita a portare ai seggi quei voti dei giovani che erano sfuggiti al Partito Democratico negli anni precedenti, durante le leadership di Letta e Zingaretti. La sua vittoria alle primarie, che l’ha incoronata leader del principale partito di centrosinistra contro ogni pronostico, non è stata dimenticata. L’inclusione del suo nome nel logo potrebbe portare un aumento di almeno un punto percentuale (secondo alcuni osservatori), ma potrebbe anche rischiare di evidenziare ulteriori divisioni interne al partito. Se alla fine Schlein deciderà di non modificare il logo-simbolo, è probabile che almeno inserirà il suo nome anche nelle tre circoscrizioni in cui non era prevista in lista.

Va precisato che l’inserimento del nome di Schlein nel logo non comporterebbe un cambiamento del simbolo del partito, poiché per farlo sarebbe necessario modificare lo Statuto. Si tratta solamente di un logo elettorale. Tuttavia, la decisione di includere un nome nel logo solleva diverse domande. Dopo che Conte e il Movimento 5 Stelle hanno inserito il concetto di “pace” nel loro simbolo, molti si chiedono se aggiungere il nome di Schlein possa essere una mossa giusta. Alcuni critici parlano di una possibile egemonia culturale berlusconiana nel partito, mentre altri ritengono che non sfruttare il nome di chi porta voti al partito possa essere un regalo agli avversari. In passato, sarebbe stato impensabile includere i cognomi Letta e Zingaretti in un logo elettorale nazionale per motivi strategici. La decisione non è quindi semplice.

Dall’altra parte, Fratelli d’Italia non ha esitato a inserire il nome di Meloni in modo prominente nel simbolo anche per le elezioni europee. Gianni Cuperlo ha commentato la questione del simbolo del Partito Democratico per le europee, sottolineando l’importanza di affrontare discussioni sincere negli organismi dirigenti come segno di trasparenza e democrazia. Cuperlo ha dichiarato che la politica all’interno di un partito richiede ascolto e mediazione, a differenza di altre forze politiche dove le decisioni sono prese unilateralmente.

Secondo il politologo Gianfranco Pasquino, l’inclusione del nome di Elly Schlein nel simbolo del Partito Democratico per le elezioni europee non è una scelta convenzionale. Pasquino ha sottolineato che personalizzare eccessivamente una formazione politica non è raccomandabile e ha evidenziato che Schlein non apporta un contributo elettorale significativo come Silvio Berlusconi. Pasquino ha espresso perplessità sull’utilità elettorale di questa mossa e ha suggerito che l’eventuale inserimento del nome di Schlein potrebbe essere interpretato come un segnale di un partito guidato da lei.

Pasquino ha anche ipotizzato che Schlein potrebbe scegliere di restare nel Parlamento italiano anziché recarsi in Europa, sottolineando che il segnale trasmesso potrebbe essere interpretato come un’affermazione del controllo del partito da parte di Schlein. Tuttavia, Pasquino ha ammesso che in determinate circostanze, come nel caso in cui Schlein sottolinei che si tratta di un’eccezione per sottolineare la natura europeista delle liste del Partito Democratico, l’inclusione del suo nome potrebbe essere considerata accettabile.