Cronaca

Tragedia a Campolongo: bambino di 15 mesi ucciso da pitbull

Il dibattito sulle razze canine pericolose e la necessità di regolamentazioni

Tragedia a Campolongo: bambino di 15 mesi ucciso da pitbull

Una tragedia ha colpito la frazione di Campolongo, ad Eboli nel Salernitano, dove un bambino di soli 15 mesi è stato attaccato da due pitbull ed è purtroppo deceduto a causa delle ferite riportate. Ancora non sono chiari i dettagli dell’accaduto.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i soccorritori del 118, che purtroppo hanno potuto solo constatare il decesso del piccolo. Anche la madre è rimasta ferita nel tentativo di difendere il figlio ed è stata trasportata in ospedale. Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri.

Secondo una prima ricostruzione, il bambino si trovava tra le braccia dello zio quando, uscendo da casa, i due cani lo hanno brutalmente strappato dalle braccia dell’uomo, che è rimasto illeso. I cani sarebbero di proprietà di amici della famiglia del bambino.

Questo tragico evento riaccende il dibattito sui cani potenzialmente pericolosi. Oltre al caso specifico e alle circostanze che hanno portato all’aggressione, è innegabile che esistano razze canine che possono rappresentare un pericolo per gli esseri umani, e la loro presenza sul territorio è in costante aumento, anche a causa di tendenze e mode del momento, come sottolinea il Codacons.

Indipendentemente dall’educazione fornita agli animali domestici, è universalmente riconosciuto che alcune razze, come ad esempio i pitbull o i rottweiler, per le loro caratteristiche fisiche peculiari (potenza, robustezza, dentatura), possano causare ferite gravi in caso di morso. Per questo motivo, senza demonizzare gli animali, il Codacons da tempo chiede l’istituzione di un patentino obbligatorio per i proprietari di cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi.

Il Codacons sottolinea che l’eliminazione della lista delle 17 razze canine a rischio introdotta dall’ex Ministro Sirchia ha di fatto annullato qualsiasi obbligo per i proprietari, con conseguenze negative sulla sicurezza pubblica. Una lista che, anche alla luce della tragedia di Eboli, sarebbe opportuno ripristinare, considerando che ogni anno in Italia si registrano circa 70.000 attacchi da parte di cani agli esseri umani e che non tutte le razze sono adatte a tutti.