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Deportazioni nel Ruanda: controversie e critiche sul nuovo accordo del Regno Unito

Il Regno Unito approva legge per deportare migranti illegali in Ruanda nonostante le polemiche

Deportazioni nel Ruanda: controversie e critiche sul nuovo accordo del Regno Unito

Il Parlamento britannico ha recentemente approvato una legge che permette al Regno Unito di deportare i migranti illegali in Ruanda, in seguito all’accordo stipulato con il Paese africano. Questo accordo prevede che il Regno Unito versi circa 420 milioni di euro a Kigali per l’accoglienza dei migranti respinti.

L’accordo ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni umanitarie britanniche e internazionali. Lo scorso novembre, la Corte suprema di Londra aveva respinto l’accordo, sostenendo che il Ruanda non fosse un Paese sicuro, in linea con precedenti sentenze. Nonostante ciò, il premier Rishi Sunak ha portato avanti la sua decisione, presentando una legge che bypassa la Corte suprema e dichiara il Ruanda come un Paese sicuro.

È importante sottolineare che un rapporto del governo di Sunak stesso evidenziava le problematiche del Ruanda, con oltre il 56,5% della popolazione che vive con meno di 1,90 dollari al giorno. Dopo un lungo dibattito tra la Camera dei Comuni e la Camera dei Lord, la maggioranza conservatrice è riuscita a far passare la legge, consentendo le prime deportazioni a luglio.

Il Consiglio d’Europa ha espresso preoccupazioni riguardo alla legge britannica, sottolineando che potrebbe permettere l’allontanamento dei migranti in Ruanda senza una valutazione preventiva delle richieste di asilo, violando così le convenzioni internazionali. Anche il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha esortato il Regno Unito ad abbandonare il progetto di legge.

Oltre alle questioni umanitarie, vi sono anche critiche di natura amministrativa ed economica. Ad esempio, non è ancora chiaro chi gestirà i voli dal Regno Unito al Ruanda, e ogni deportazione comporterà un costo di circa 200mila euro per Londra. La legge dovrà ora essere approvata da Re Carlo III per entrare in vigore.

Vale la pena ricordare che nel 2022, da erede al trono, Re Carlo III aveva definito “spaventosa” la proposta di inviare migranti nel Paese africano.