Commemorazione estrema a Milano: onore ai camerati caduti
Estremisti di destra si riuniscono per Sergio Ramelli
Nella serata del 29 aprile, diverse bandiere dell’Italia sventolavano insieme a uno striscione che recitava “onore ai camerati caduti”, guidando il corteo. Dietro di loro, una folla nera composta da estremisti di destra si faceva strada per le strade di Milano.
Tutte le sigle dell’estrema destra milanese si sono riunite per commemorare Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù ucciso a soli 17 anni da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia nel lontano 1975. Come ogni anno, la cerimonia si è conclusa con il “rito del presente” e i saluti romani.
La “marea nera” ha preso forma intorno alle 19, quando vari esponenti dei movimenti di estrema destra si sono radunati nei giardini di Largo Murani e nei giardini Anna Carena, per poi convergere in piazzale Gorini. Poco dopo le 21, hanno dato inizio al serpentone, con la presenza di circa 1.500-2.000 persone, tutte monitorate dal dispositivo di sicurezza composto da carabinieri e polizia disposto dal questore di Milano.
Attraversando via Aselli e via Amadeo in silenzio, con i tricolori e le fiaccole in mano, il corteo ha raggiunto via Paladini, dove Ramelli aveva vissuto. I militanti, entrati in gruppi, si sono fermati davanti al murale dedicato al giovane ucciso. Dopo la deposizione di una corona, il nome del “camerata Sergio Ramelli” è stato richiamato per tre volte, seguito dal “presente” e dai saluti romani. Infine, è stato dato il comando: “camerati sciogliete le righe”.