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La nuova nave Kangei Maru e il futuro della caccia alle balene in Giappone

Un'analisi sull'impatto della Kangei Maru sull'industria baleniera giapponese

La nuova nave Kangei Maru e il futuro della caccia alle balene in Giappone

Una nuova nave, la Kangei Maru, è pronta a solcare i mari del Giappone alla caccia di balene. Questa imponente imbarcazione rappresenta una speranza per il settore nazionale della caccia alle balene, desideroso di espandere il proprio mercato e incrementare i profitti, dopo aver subito pressioni da parte delle associazioni animaliste e della comunità internazionale.

La Kangei Maru, di proprietà della Kyodo Senpaku con sede a Tokyo, è costata 7,6 miliardi di yen (circa 50,1 milioni di dollari) e vanta un peso di 9.300 tonnellate e una lunghezza di 112,6 metri. Queste imponenti dimensioni le consentono di ospitare un equipaggio di cento persone e di trasportare balenottere comuni fino a 70 tonnellate. Dotata di un’autonomia di 13.000 chilometri, la nave è in grado di immagazzinare fino a 600 tonnellate di carne di balena, permettendole di rimanere in mare per lunghi periodi.

Nonostante le rassicurazioni della Kyodo Senpaku, che ha specificato che la Kangei Maru dovrebbe operare solo nelle acque territoriali del Giappone e nella sua zona economica esclusiva (ZEE), gli attivisti animalisti sono preoccupati che il Giappone possa riprendere la caccia di balene in acque internazionali. Questo scenario sarebbe in contrasto con la decisione del Giappone di abbandonare la caccia scientifica nell’Antartico cinque anni fa e riprendere la pesca commerciale dei cetacei lungo le sue coste.

L’arrivo della Kangei Maru rappresenta un ulteriore passo indietro per il settore baleniero giapponese. La Commissione baleniera internazionale (IWC) ha vietato la caccia commerciale dei cetacei nel 1986, ma ha concesso al Giappone di continuare a catturare un numero limitato di balene nell’Antartico per scopi di ricerca. Tuttavia, nel 2014, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato la sospensione di tali spedizioni, ritenendo che la caccia non avesse fini scientifici come sostenuto dal Giappone.

Nonostante gli sforzi del governo giapponese a sostegno dell’industria baleniera, il settore sta attraversando una crisi. Il consumo di carne di balena in Giappone è diminuito drasticamente nel corso degli anni, con solo una piccola percentuale della quantità consumata nel 1962. Il costo relativamente elevato della carne di balena, venduta a circa 2.200 yen per chilogrammo, rappresenta uno dei principali ostacoli alla sua diffusione.

Per cercare di rilanciare il settore, gli chef stanno sperimentando nuove ricette e modi di preparare la carne di balena. Ad esempio, la città di Shimonoseki serve circa 100.000 pasti a base di carne di balena ogni anno nelle scuole primarie e medie, e ospita numerosi ristoranti specializzati in piatti a base di cetaceo. Al fine di incrementare le vendite, la Kyodo Senpaku ha installato distributori automatici di carne di balena nelle città di Tokyo, Yokohama e Osaka.

Vendita di carne di balena in distributori automatici in Giappone (LaPresse)
Vendita di carne di balena in distributori del service in Giappone