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Scandalo nel settore alimentare: caffè scaduto e latte contaminato

Gravi irregolarità e carenze igienico-sanitarie scoperte dai Nas

Scandalo nel settore alimentare: caffè scaduto e latte contaminato

Le indagini condotte dai Nas (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) di Bologna hanno rivelato una serie di gravi irregolarità all’interno di alcune aziende della filiera produttiva del caffè. Tra le scoperte più inquietanti, vi è la presenza di caffè scaduto da diversi anni, riconfezionato e rimesso in commercio, in condizioni igienico-sanitarie pessime. Inoltre, sono state riscontrate tracce di tossine potenzialmente pericolose, con roditori e lucertole a ridosso dei prodotti.

I Nas hanno effettuato un totale di 22 controlli, evidenziando criticità in 11 occasioni, soprattutto nelle aziende delle province di Bologna e di Forlì-Cesena. Complessivamente sono stati sequestrati oltre 35.000 kg di caffè, per un valore di circa 820.000 euro. Le attività sospese ammontano a circa 11.000.000 di euro, con sanzioni amministrative comminate per un totale di 28.000 euro.

Uno degli stabilimenti controllati nel bolognese è stato trovato a tostare e confezionare circa 20.000 chili di caffè, di cui 2.400 chili provenienti dall’Etiopia contaminati da Ocratossina A, micotossina nociva per l’uomo. In provincia di Bologna sono stati inoltre sequestrati oltre 9.200 chili di caffè scaduto da anni, nascosti tra pile di cartoni e stoccati vicino a una tramoggia aperta sulla linea di confezionamento di caffè macinato. Si sono trovati anche 800 chili di caffè confezionato con involucri recanti nomi di aziende ormai cessate da tempo.

Un altro caso preoccupante riguarda un noto marchio caseario, dove è stata rinvenuta soda caustica nel latte avariato per correggerne il gusto. L’attività dello stabilimento è stata sospesa dall’Ausl a causa delle gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali, con presenza diffusa di sporcizia, pavimenti non lavabili e infiltrazioni d’acqua dalle pareti e dal tetto danneggiato.

Anche in un altro stabilimento della provincia di Forlì sono state riscontrate gravi carenze igienico-sanitarie, con modalità gestionali obsolete e infestazioni da lucertole e roditori. Il personale aziendale aveva addirittura distribuito cartoni cosparsi di mastice e colla per contrastare l’infestazione, senza rispettare le normative sulla lotta agli infestanti e senza considerare il rischio di contaminazione dei prodotti alimentari.