Notizie

La Felinese: Impatto della peste suina sull’azienda salumiera

La prima vittima industriale e le sfide dell'export

La Felinese: Impatto della peste suina sull’azienda salumiera

La Felinese, un’importante azienda salumiera con sede in provincia di Parma, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione per i suoi 350 dipendenti, diventando così la prima vittima industriale della peste suina. Questa decisione ha colto di sorpresa i lavoratori, che fino a poco tempo fa avevano ricevuto rassicurazioni sulle possibili ripercussioni occupazionali legate al ritrovamento di un cinghiale infetto.

La situazione è cambiata quando, a metà del mese scorso, è stato scoperto un animale con la peste suina a Fornovo, portando all’allargamento della Zona di restrizione 2 alle aree di Collecchio, Sala Baganza e Felino. Secondo le normative vigenti, nessun salume con una stagionatura inferiore ai 400 giorni può essere esportato al di fuori di quel territorio, impedendo così a La Felinese di commercializzare i suoi prodotti in Paesi come Canada, Stati Uniti e Giappone, che rappresentavano una parte significativa delle sue esportazioni.

Attualmente, tutti e cinque gli stabilimenti della Felinese si trovano all’interno dell’area di restrizione, rendendo difficile ipotizzare una soluzione immediata. Anche in assenza di nuovi casi di cinghiali infetti, la prospettiva di non poter esportare verso Canada o Stati Uniti per i prossimi 12 mesi rimane concreta, a meno di modifiche alle misure europee.

La Felinese, che ha come socio di minoranza la Premium Brands Holding Corporation canadese, si trova ora a dover affrontare una situazione critica. Tuttavia, il supporto del partner canadese potrebbe rappresentare una speranza per l’azienda, con la possibilità di recuperare una parte consistente della produzione non esportabile grazie alle linee offerte dalla Premium Brands.

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato nuove risorse messe in campo dal governo per affrontare il problema della peste suina, sottolineando la necessità di un intervento coordinato a livello europeo per evitare restrizioni eccessive sulle esportazioni.

Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha evidenziato l’urgenza di un intervento deciso per contrastare l’epidemia di peste suina, mentre il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha programmato un incontro con i rappresentanti del settore per individuare le migliori strategie di tutela per le imprese e la produzione.

In questo contesto di incertezza, La Felinese spera di risolvere la situazione, magari grazie all’aiuto del partner canadese, mentre il settore agroalimentare nel suo complesso si prepara ad affrontare le sfide legate alla diffusione della peste suina.