La polemica di Qu Jing: il dibattito sul super lavoro in Cina
Le dichiarazioni della manager di Baidu scatenano controversie sulle condizioni lavorative e il benessere dei dipendenti.
La manager a capo delle pubbliche relazioni di Baidu, Qu Jing, ha scatenato una bufera con le sue dichiarazioni riguardo alle condizioni di lavoro dei dipendenti. Le sue parole hanno generato un acceso dibattito sui social cinesi, costringendola a chiedere pubblicamente scusa.
Qu Jing, che ricopre anche il ruolo di vice presidente del gruppo, ha espresso la sua posizione attraverso una serie di video su Douyin, la versione cinese di TikTok, durante le vacanze del 1° maggio. Nel primo video, ha criticato coloro che rifiutano i lunghi viaggi di lavoro, dimostrando disinteresse per la salute e la vita familiare dei dipendenti, affermando: “Non sono la loro madre. Se non sei soddisfatto del tuo lavoro, puoi dimetterti. Lo approverò immediatamente.”
Dopo le critiche ricevute, Qu Jing ha pubblicato un secondo video minaccioso, affermando di poter rendere impossibile ai dipendenti trovare lavoro nel settore con un semplice messaggio. In un altro filmato, ha sottolineato la sua dedizione al lavoro, arrivando a dichiarare di non sapere nemmeno la classe frequentata dal figlio a causa del suo impegno lavorativo estremo.
Le scuse pubbliche di Qu Jing non sono bastate a placare le polemiche. Le sue affermazioni hanno messo in luce la cultura del “super lavoro” diffusa in Cina, soprattutto nel settore tecnologico, con l’orario 996 (dalle 9 alle 9, 6 giorni su 7) diventato una prassi comune. Questo modello lavorativo, che prevede 72 ore settimanali, ha sollevato interrogativi sulla salute e il benessere dei dipendenti.
L’episodio ha evidenziato la necessità di un dibattito più ampio sulle condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti dei dipendenti, in un contesto in cui la cultura del super lavoro sembra prevalere su questioni cruciali legate al benessere e alla conciliazione tra vita professionale e privata.
