Incentivi per l’occupazione giovanile: il decreto legge coesione
Misure e agevolazioni per favorire l'occupazione stabile e sostenere i lavoratori svantaggiati
Il decreto legge coesione, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile, contiene una serie di misure per rafforzare l’occupazione, in particolare per le categorie di lavoratori svantaggiati e nel Mezzogiorno. Questo provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio, è ora in vigore e mira a promuovere l’occupazione giovanile stabile.
Una delle principali disposizioni del decreto è l’esonero contributivo per i datori di lavoro privati che assumono personale non dirigenziale a tempo indeterminato o trasformano contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Questo incentivo è legato alla disponibilità di risorse pubbliche, con stanziamenti di 34,4 milioni di euro per il 2024, 458,30 milioni per il 2025, 682,50 milioni per il 2026 e 254,10 milioni per il 2027, monitorati dall’Inps.
Il bonus per le assunzioni giovanili prevede che l’esonero contributivo spetti ai datori di lavoro che non abbiano effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti l’assunzione. Questo sgravio copre i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro, escludendo i premi e contributi all’Inail, per un massimo di 24 mesi.
L’esonero non influisce sui diritti e sulla pensione del dipendente, mantenendo invariata l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. È destinato a giovani sotto i 35 anni o a coloro che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato. Non è valido per il lavoro domestico e l’apprendistato, con un limite massimo di 500 euro mensili per lavoratore, salvo per le regioni del Sud dove l’importo può arrivare a 650 euro.
Il decreto prevede la revoca dell’esonero in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo entro sei mesi dall’assunzione. Non è cumulabile con altri sgravi e il datore di lavoro deve restituire il beneficio se licenzia il dipendente che ha ottenuto l’incentivo.