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Proteste in Georgia: sfida tra valori occidentali e legge sull’influenza straniera

Manifestazioni contro provvedimento controverso e violenze poliziesche scuotono il Paese

Proteste in Georgia: sfida tra valori occidentali e legge sull’influenza straniera

Le proteste in Georgia contro la legge sull’influenza straniera continuano senza sosta, dividendo il Paese e mettendo in discussione il sogno di aderire all’Unione europea. Il Parlamento rischia di approvare il provvedimento definitivamente già questa settimana, mentre è circondato da manifestanti e presidiato da agenti in assetto antisommossa.

La polizia, equipaggiata con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, è stata accusata di aver picchiato ingiustamente alcuni partecipanti alle proteste. Video di violenze sono stati diffusi sui social media, mostrando manifestanti brutalmente colpiti dagli agenti. L’agenzia incaricata di indagare sulle accuse di brutalità, lo Special Investigation Service, ha avviato un’indagine.

Le proteste durano da tre giorni, con l’ultimo episodio avvenuto questa mattina, caratterizzato da momenti di tensione quando la polizia antisommossa è intervenuta per isolare alcuni manifestanti, scatenando il lancio di bottiglie di plastica contro di loro. La folla, composta principalmente da giovani, ha sventolato bandiere dell’Unione europea e della Georgia, cantando slogan di protesta.

Le manifestazioni sono iniziate sabato a Tbilisi con un’imponente marcia che ha visto la partecipazione di oltre 50.000 persone contrarie al provvedimento, che secondo l’opposizione mira a reprimere le organizzazioni della società civile. Il governo, al contrario, sostiene che la legge sia necessaria per garantire la trasparenza dei finanziamenti alle Ong e proteggere il Paese da interferenze esterne.

Nonostante gli avvertimenti dell’Unione europea sulla minaccia che la legge rappresenta per il processo di adesione della Georgia, il primo ministro ha confermato l’intenzione di farla approvare definitivamente. Le tensioni sono alte, con migliaia di georgiani che si sono radunati davanti al Parlamento sfidando il presidente e le forze dell’ordine.

La legge, se approvata, richiederà a tutte le organizzazioni non governative e ai media con più del 20% di finanziamenti stranieri di registrarsi come “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera”. Questo ha scatenato una crisi politica, con i critici che la considerano parte di un piano per ostacolare l’avvicinamento della Georgia all’Unione europea.

Le proteste, che richiamano il clima del Maidan ucraino, sono un segnale forte della volontà della popolazione georgiana di abbracciare i valori occidentali. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che la Georgia deve scegliere tra la legge sugli agenti stranieri “in stile Cremlino” e le aspirazioni europee della popolazione.

La scorsa settimana un membro dell’opposizione è stato brutalmente aggredito fuori casa sua, subendo gravi lesioni. L’uomo ha denunciato minacce telefoniche e ha accusato il governo di essere dietro agli attacchi, sottolineando la determinazione del popolo georgiano nel perseguire la via europea.

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