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Repressione transnazionale: studenti cinesi all’estero sotto minaccia

Il controllo del dissenso oltre i confini nazionali

Repressione transnazionale: studenti cinesi all’estero sotto minaccia

Le intimidazioni del governo cinese sugli studenti cinesi all’estero per il loro attivismo politico sono un fenomeno noto da tempo. Tuttavia, il recente rapporto di Amnesty International, basato su oltre 30 testimonianze, fornisce un quadro più dettagliato e preoccupante della situazione. Negli Stati Uniti e in Europa, dove la libertà di espressione è garantita, gli studenti cinesi si sentono spesso inibiti nel manifestare opinioni politiche per timore di ritorsioni in patria.

Il gruppo per i diritti umani ha evidenziato come gli studenti cinesi all’estero siano pedinati, minacciati e soggetti a pressioni anche sulle loro famiglie in Cina. Le minacce vanno dalla revoca dei passaporti al licenziamento, fino alla limitazione della libertà personale. Amnesty International ha definito questa pratica come “repressione transnazionale”, un tentativo del governo cinese di controllare il dissenso anche al di fuori dei confini nazionali.

Un esempio di questa repressione è la storia di Rowan, pseudonimo usato per proteggere la sua identità. Dopo aver partecipato a una commemorazione del massacro di Tiananmen, suo padre è stato contattato dalle autorità cinesi che lo hanno ammonito riguardo all’attivismo della figlia. Questo episodio dimostra la rapidità con cui il governo cinese può individuare e minacciare gli attivisti anche all’estero.

Il rapporto di Amnesty International ha intervistato 32 studenti cinesi in diversi Paesi occidentali, evidenziando come il timore delle ritorsioni cinesi influenzi negativamente la partecipazione alla vita accademica degli studenti. L’autocensura e la mancanza di supporto da parte delle università straniere contribuiscono a creare un clima di paura e insicurezza tra gli studenti cinesi.

La sensazione di essere costantemente sorvegliati e la paura delle conseguenze hanno portato molti studenti a rinunciare alla pubblicazione delle proprie opinioni, a isolarsi e a soffrire di problemi di salute mentale. Alcuni studenti hanno addirittura deciso di chiedere asilo politico per evitare possibili persecuzioni al loro ritorno in Cina.

Amnesty International ha sollecitato i governi e le università occidentali a proteggere i diritti degli studenti cinesi e a offrire loro il supporto necessario, compresa l’estensione dei visti in caso di pericolo. Tuttavia, molte istituzioni accademiche non sono ancora pronte ad affrontare questa sfida e a garantire la sicurezza degli studenti cinesi sul proprio territorio.