Politica

Scontro su Superbonus e Sugar tax: tensioni politiche sull’emendamento e nuove imposte

Forza Italia contesta norme retroattive, Lega difende governo. Sugar tax in vigore dal 1° luglio

Scontro su Superbonus e Sugar tax: tensioni politiche sull’emendamento e nuove imposte

Scontro aperto su Superbonus e Sugar tax. Il leader di Forza Italia, Tajani, ha dichiarato che l’emendamento spalma crediti dovrà essere rivisto, così come l’imposta sulle bevande zuccherate, che scatterà il 1° luglio senza un ripensamento del governo. Il ministro dell’Economia, Giorgetti, ha parlato di norme ispirate dal buonsenso, aggiungendo che Tajani dovrà accettare la situazione, altrimenti si dovranno rivedere molte spese. I toni non sono amichevoli e Meloni dovrà trovare una soluzione per soddisfare gli azzurri senza compromettere il rigore fiscale.

Il motivo della tensione è un emendamento al decreto Superbonus che prevede la ripartizione della detrazione in dieci quote annuali a partire dal 2024, anziché in 4, insieme a norme specifiche sulle banche dal 2025. Nonostante l’intervento sia stato meno incisivo del previsto, Forza Italia spinge per modificare la norma, contestando la retroattività. Tajani ha sottolineato che norme retroattive minano la fiducia tra governo, Stato, imprese e cittadini. Ha anche lamentato di non essere stato consultato prima dell’approvazione dell’emendamento.

Le parole di Tajani hanno indispettito gli alleati di governo e il partito del ministro dell’Economia. Il senatore della Lega, Garavaglia, ha precisato che l’emendamento sul Superbonus è del governo e non del MEF, sottolineando la necessità di chiarire la situazione con la premier Meloni. Le critiche all’esecutivo sono considerate incomprensibili.

Dopo le tensioni sul Superbonus, un altro emendamento introduce nuove imposte sulle bevande zuccherate a partire dal 1° luglio. Si tratta della Sugar tax, approvata con la legge di Bilancio del 2020 insieme alla Plastic tax. L’emendamento prevede un’avvio ridotto nel 2024 e l’applicazione piena dal 2026, con importi dimezzati per i primi due anni. Tajani ha ribadito la necessità di rinviare l’entrata in vigore, sottolineando che l’aumento dei costi delle bevande comporterebbe contrazioni nelle vendite e perdita di posti di lavoro, creando un’allineamento discorde con le norme europee.

Secondo il presidente di Assobibe, Pierini, l’imposta colpirà i consumatori con aumenti dei prezzi, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e causando un calo degli acquisti di materia prima e degli investimenti delle aziende.