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Proposta di legge Sciascia-Tortora: tirocinio in carcere per futuri magistrati

Un'idea per una giustizia più umana e consapevole

Proposta di legge Sciascia-Tortora: tirocinio in carcere per futuri magistrati

Una proposta che sta suscitando dibattito è quella di istituire l’obbligo per i futuri magistrati di trascorrere quindici giorni in carcere con i detenuti dopo aver superato il concorso, un’idea originata da Leonardo Sciascia. L’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, presieduta dall’avvocata Simona Viola, ha presentato il testo alla Camera dei Deputati. Tra i promotori dell’iniziativa c’è anche l’associazione Italiastatodidiritto, guidata dall’avvocato Guido Camera, che ha redatto la proposta di legge con un gruppo di avvocati e docenti universitari.

Leonardo Sciascia lanciò l’idea su un articolo del Corriere della Sera del 7 agosto 1983, sottolineando le disfunzioni della giustizia e proponendo un’esperienza carceraria per i magistrati appena entrati in carica. Questa proposta, che ha ottenuto l’appoggio di diverse organizzazioni come la Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora e la Società della Ragione, è attualmente sostenuta da +Europa in Parlamento e potrebbe ricevere il consenso della maggioranza delle forze politiche. Il ministro Carlo Nordio è stato chiamato a valutare la proposta nell’ambito della riforma della giustizia.

La proposta di legge Sciascia-Tortora prevede un tirocinio di quindici giorni in carcere per i futuri magistrati, insieme allo studio della letteratura sul ruolo della giustizia e del diritto penitenziario, da autori come Sciascia, Manzoni, Beccaria e le lettere di Tortora. Questo approccio mira a far riflettere i giovani magistrati sull’importanza di comprendere la sofferenza legata alla privazione della libertà personale e a conoscere direttamente la realtà delle carceri e dei detenuti, sottolineando che la giustizia va oltre la mera tecnica, richiedendo una profonda comprensione dell’umanità.

L’iniziativa si ispira alla Scuola della magistratura francese di Bordeaux, che permette ai giovani magistrati in formazione di vivere l’esperienza della vita in carcere, e all’impegno dell’ex Presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida, che ha promosso stage dei magistrati presso gli istituti penitenziari. Circa duecento giuristi, avvocati e docenti universitari hanno sottoscritto la proposta, che si propone di offrire ai futuri magistrati una visione più ampia e umana della giustizia.