Condannata a 22 anni per l’omicidio del figlio: Amanda Guidi e la tragedia di Ferrara
Il dramma di una madre con disturbo di personalità borderline
Ventidue anni di reclusione sono stati inflitti dalla Corte d’assise di Ferrara ad Amanda Guidi, una donna di 31 anni accusata di aver ucciso il figlio Karim, di soli un anno, nel giugno del 2021. La condanna include anche il risarcimento dell’ex compagno e padre del bambino.
I giudici hanno riconosciuto delle attenuanti generiche alla donna, considerando il suo passato difficile e il disturbo della personalità borderline evidenziato dalla perizia psichiatrica. Il pubblico ministero Ciro Alberto Savino aveva proposto una condanna a 21 anni di reclusione. Amanda Guidi, assistita dagli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi, è stata ospitata in strutture di cura dal giorno dell’omicidio.
La tragedia si è consumata il 17 giugno 2021 nell’appartamento dove la donna viveva con il compagno e il loro bambino in via degli Ostaggi. Secondo le indagini, Amanda ha assunto alcol e cocaina prima di soffocare Karim nel lettone. Successivamente ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi. È stata lei stessa a chiamare i carabinieri, che hanno trovato la donna sanguinante e il bambino senza vita. Durante gli interrogatori, ha fornito versioni contrastanti, autoaccusandosi e poi ritrattando tutto.
Gli inquirenti ritengono che la donna abbia soffocato il figlio premendogli la mano o un oggetto morbido su naso e bocca. Amanda Guidi è stata valutata dal punto di vista psichiatrico. Il perito incaricato dalla procura ha evidenziato una pericolosità sociale della donna, mentre i consulenti della difesa hanno sostenuto la totale incapacità di intendere e volere. I periti del tribunale l’hanno definita come una paziente psichiatrica bisognosa di cure, affetta da un grave disturbo di personalità che richiede una continuità assistenziale.