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Misteri e retroscena: l’inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Dettagli e rivelazioni su un caso irrisolto che coinvolge servizi segreti e politica

Misteri e retroscena: l’inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Nuovi dettagli emergono mentre si intensificano i lavori della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Oggi, 16 maggio, sono stati ascoltati in un’audizione durata tre ore i giornalisti investigativi Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera e Gianni Sarrocco de Il Tempo.

Parlando dell’attualità legata a Emanuela Orlandi, i giornalisti hanno portato alla luce interessanti retroscena. Sarrocco ha raccontato di quando si recò alla scuola di musica frequentata da Emanuela e notò nel registro delle visite il nome di Gangi, con accanto la dicitura ‘Servizi segreti’. Scoprendo in seguito che Gangi era un agente del Sisde e fidanzato con una cugina di Emanuela. Una foto scattata al registro delle visite, mai pubblicata, potrebbe ancora essere conservata negli archivi del giornale.

Giulio Gangi, l’ex agente Sisde coinvolto nelle prime indagini sulla scomparsa di Emanuela, fu estromesso dal servizio segreto circa dieci anni dopo. Gangi stesso ha dichiarato che la sua rimozione fu legata a una delicata operazione di Stato, connessa a fatti di mafia, ancor più complessa della vicenda Orlandi. Gangi è deceduto nel 2022, poco dopo aver fissato un incontro con un giornalista del Corriere per discutere alcuni dettagli sul caso Orlandi.

Secondo Fabrizio Peronaci, la scomparsa di Emanuela Orlandi è una vicenda intrinsecamente politica, con legami alle tensioni dell’epoca, che potrebbe nascondere una pista internazionale legata all’utilizzo di Alì Agcà come pedina nella Guerra Fredda. Inoltre, Peronaci ha evidenziato aspetti economici legati a scandali finanziari e rapporti oscuri tra malavita e ambienti ecclesiastici.

Riguardo al sequestro della ragazza, Peronaci ha sottolineato che è difficile credere alla pista sessuale, poiché il sequestro sembra essere stato pianificato a lungo. Ha ricordato le dichiarazioni del padre di Emanuela nel 2001, in cui accusava i servizi segreti di aver rapito la figlia. Inoltre, ha menzionato il ruolo di Ilario Martella, giudice istruttore del caso negli anni ’80 e ’90, che aveva parlato del coinvolgimento della Stasi, e del giudice Imposimato convinto che il sequestro fosse finalizzato a ricatti politici orchestrati da Mosca.

Infine, Peronaci ha riportato alla commissione d’inchiesta le parole attribuite al padre di Emanuela in punto di morte, secondo il racconto del figlio Pietro: “Sono stato tradito da chi servivo”.