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James Ellroy: Il Re del Noir Americano a Torino

L'autore presenta il suo ultimo romanzo 'Gli incantatori' al Salone Internazionale del Libro

James Ellroy: Il Re del Noir Americano a Torino

Semplicemente James Ellroy, il re del noir americano, non ama passare inosservato. Questa sua particolare inclinazione è emersa chiaramente durante la sua visita a Torino, ospite del Salone Internazionale del Libro, dove ha presentato il suo ultimo romanzo, intitolato “Gli incantatori”.

Le prime parole pronunciate da Ellroy di fronte al nutrito pubblico presente in sala hanno dipinto un ritratto piuttosto preciso del personaggio: “Sono James Ellroy”, ha dichiarato, “il cane della morte, con il pene del maiale, il gufo pazzo con il rantolo dell’amore, il trucco perfetto. Sono l’autore di 24 libri, tutti capolavori che precedono e impallidiscono di fronte al mio ultimo libro, il mio massimo capolavoro. Io vi lancio un incantesimo, non siete il pubblico di nessuno, se non il mio”. Un’esibizione sopra le righe, per usare un eufemismo.

La scena si è poi concentrata interamente su “Gli incantatori” quando l’autore ha deciso di leggere il primo capitolo del romanzo per intero. Quest’opera prende avvio da una notte afosa, quella in cui Marilyn Monroe muore per overdose e solitudine. Nello stesso giorno, la polizia libera una starlette che era stata rapita. Tra le due storie si intravede un collegamento, almeno secondo Freddy Otash, un detective corrotto con una passione per le droghe e maestro del ricatto. Dopo aver spiato Marilyn per conto di Jimmy Hoffa, il controverso capo del sindacato dei camionisti, la polizia lo incarica di indagare sulla morte dell’attrice.

Il protagonista di “Gli incantatori” è Freddy Otash, celebre investigatore privato delle star di Hollywood. Ellroy ha spiegato che, sebbene morto da diversi anni, tutti i personaggi nei suoi romanzi prendono vita in modo unico. “Il mio obiettivo è fare a pezzi le persone morte, perché non possono portarmi in tribunale. Tutti abbiamo dei segreti, io invento i segreti per i miei personaggi”, ha sottolineato l’autore. Il vero Freddie, infatti, era grezzo, avido, misantropo all’estremo, corrotto. In questo libro, gli conferisco un’intelligenza di un certo livello, un certo umorismo, una grande fame emotiva e il desiderio spirituale profondo di lasciare andare la sua vita di peccato.