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Il dibattito sul condono edilizio: strategie e tensioni in vista delle elezioni europee

Il governo Meloni pronto a varare sei decreti in campagna elettorale, con il Quirinale allarmato

Il dibattito sul condono edilizio: strategie e tensioni in vista delle elezioni europee

Le elezioni europee di giugno si avvicinano e il governo Meloni sarebbe pronto a varare sei decreti da rivendersi nelle ultime settimane di campagna elettorale. Una strategia che avrebbe allarmato il Quirinale, il quale ha già in passato richiesto all’esecutivo di limitare l’uso della decretazione d’urgenza, strumento che dovrebbe essere impiegato con moderazione e solo in situazioni di effettiva necessità. Il Presidente Mattarella teme anche un possibile ingorgo futuro, quando tutti i provvedimenti varati in fretta dovranno essere convertiti in legge, dopo le elezioni, per ottenere un vantaggio elettorale.

Di tutti i decreti in discussione, quello che suscita maggior dibattito è il cosiddetto “salva-casa”, un condono edilizio proposto da Matteo Salvini. La premier Giorgia Meloni inizialmente si era opposta a questa proposta, rifiutando qualsiasi modifica alle abitazioni che potesse aumentarne le cubature, poiché non intende appoggiare norme che sanino abusi edilizi evidenti. Tuttavia, il vicepremier e leader della Lega ha modificato la proposta per ottenere un risultato: “La maggior parte delle case degli italiani ha piccoli problemi interni: bagni, finestre, verande, soppalchi, tende. Milioni di abitazioni sono bloccate dalla burocrazia, il nostro obiettivo è risolvere queste piccole irregolarità interne”.

Il condono edilizio riguarderà l’80% delle abitazioni, con una nuova norma che aumenterebbe la tolleranza per le “modeste difformità” fino all’8% per le case fino a 100 metri quadri, per poi ridursi progressivamente al 2% per quelle oltre i 500 metri quadri.

La premier non sembra disposta a cedere su due punti: le modifiche al rilascio del certificato di agibilità e gli interventi esterni sugli edifici. Il leader del Carroccio dovrà superare anche l’ostacolo di Forza Italia, che non sembra incline a concedere ulteriori concessioni senza prima valutare attentamente il testo. Le decisioni saranno prese in Consiglio dei ministri, un organo collegiale.

Il provvedimento dovrebbe includere una norma specifica per Milano, al centro di discussioni tra il sindaco Beppe Sala e il ministro delle Infrastrutture. Si discute il destino di edifici oggetto di indagini per abusi edilizi, costruiti in base a una Scia ma trattati come demolizioni e ricostruzioni, secondo la procura. Questi interventi hanno portato a un aumento significativo della popolazione in determinate zone, rendendo necessaria una valutazione più attenta delle infrastrutture e dei servizi.