Cronaca

La questione dei cani pericolosi in Italia

Analisi sulla gestione e regolamentazione delle razze a rischio

La questione dei cani pericolosi in Italia

Michele si trovava nel cortile insieme alla nonna quando il cane di famiglia, Nerone, un pitbull di otto anni, lo ha improvvisamente attaccato più volte alla parte posteriore del collo e al cranio. I genitori erano fuori per fare la spesa e al loro ritorno a Palazzolo hanno trovato il loro neonato di soli 5 mesi in condizioni critiche. Nonostante il tempestivo intervento dell’elicottero di soccorso atterrato nel campo sportivo, il bambino è purtroppo deceduto.

La procura di Vercelli ha avviato un’inchiesta sulla morte del piccolo per valutare eventuali responsabilità, verificando se il cane avesse mostrato in precedenza segnali di pericolosità. Attualmente il pitbull si trova sotto sequestro in un canile della zona, mentre altri due cani di proprietà della famiglia sono stati rimossi dalla casa di via Marconi.

Questa tragedia ha scatenato una forte reazione emotiva, aggiungendosi ad altri casi simili che hanno visto protagonisti cani di razza pitbull o molossoidi. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera dei deputati e deputato di Forza Italia, ha sottolineato l’importanza di riflettere sulla gestione responsabile di cani potenzialmente pericolosi, aprendo così il dibattito sulla possibile introduzione di una sorta di patente per i proprietari di alcune razze canine.

Recentemente, diversi episodi hanno coinvolto cani di razza pitbull, come l’attacco mortale a un bambino di un anno ad Eboli, il grave ferimento di una bimba di due anni e mezzo a Milano, e altri casi in diverse parti d’Italia. Mulé ha evidenziato che si tratta di un elenco parziale, sottolineando la necessità di un’azione immediata.

Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione, ha proposto l’obbligo di un patentino per i proprietari di cani di razze a rischio, sottolineando l’importanza di una corretta formazione per gestire questi animali in modo sicuro per sé stessi e per gli altri.

L’Oipa, Organizzazione internazionale per la protezione degli animali, ha sottolineato la necessità di regolamentare la detenzione di determinate razze o simil-razze a livello nazionale, evidenziando la responsabilità morale di chi cede o vende cani da presa in modo incauto. Inoltre, ha richiamato l’attenzione sulle cucciolate casalinghe e i traffici illeciti che spesso coinvolgono questi cani.

Attualmente, in Italia, la normativa prevede che i proprietari di cani pericolosi debbano seguire corsi formativi e stipulare polizze assicurative. In caso di aggressione, vengono adottate misure specifiche come l’utilizzo di guinzaglio e museruola. Tuttavia, alla luce degli ultimi eventi, potrebbe essere necessario un intervento legislativo da parte del Governo per affrontare la questione dei cani aggressivi.

È importante sottolineare che la legge attuale impone ai proprietari di cani di razze considerate pericolose di garantire il benessere dell’animale, rispondendo civilmente e penalmente di eventuali danni o lesioni causati. Sono previste regole rigide sull’utilizzo del guinzaglio e della museruola, nonché sull’addestramento e l’intervento chirurgico sugli animali.

In caso di aggressione, gli animali pericolosi vengono registrati e sottoposti a misure specifiche, come l’obbligo di una polizza assicurativa e un percorso rieducativo. Inoltre, è fondamentale che i proprietari siano in grado di gestire correttamente i loro cani per evitare situazioni di pericolo.

Infine, in Italia non esiste una lista ufficiale di razze di cani considerate aggressive, ma la responsabilità del proprietario nel garantire la sicurezza e il controllo dell’animale è un principio fondamentale della normativa attuale.

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