Economia

Costi post-Brexit: Impatto economico e ritardi nei controlli di frontiera

Analisi dei costi e delle sfide nell'attuazione degli accordi post-Brexit

Costi post-Brexit: Impatto economico e ritardi nei controlli di frontiera

Il ritardo nell’attuazione degli accordi di frontiera post-Brexit ha comportato costi significativi per il Tesoro britannico, con stime che indicano almeno 4,7 miliardi di sterline, pari a 5,5 miliardi di euro. Questo aumento dei costi è in parte dovuto ai ritardi nel definire le nuove regole post-Brexit, soprattutto per quanto riguarda l’unione doganale. Nonostante il referendum del 2016, la gestione del commercio con l’Europa è stata estremamente complessa, con norme sulle catene di approvvigionamento e le frontiere doganali individuate solo quest’anno.

Il modello operativo per gli obiettivi di frontiera ha avuto diverse fasi: la prima, in vigore dal 31 gennaio, richiede certificazioni sanitarie aggiuntive per alcune merci a rischio provenienti dall’Europa. La seconda fase, iniziata il 30 aprile, ha introdotto controlli fisici nei porti, mentre la terza fase prevista per il 31 ottobre richiederà ulteriori dichiarazioni di sicurezza. Tuttavia, i continui ritardi nel implementare questi controlli hanno aumentato l’incertezza per le imprese e i rischi per la sicurezza dei prodotti, generando costi aggiuntivi per il Tesoro e le autorità portuali.

Secondo il National Audit Office, queste spese aggiuntive non sono necessarie, e si stima che saranno necessari almeno 5,5 miliardi di euro per completare i 13 programmi principali per la gestione del passaggio delle merci europee attraverso il confine. La situazione continua a evolversi, con implicazioni significative per l’economia britannica e le relazioni commerciali con l’Europa.

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