Cronaca

Il mistero di Unabomber: la svolta grazie al DNA

Nuove tecnologie per risolvere uno dei casi più inquietanti

Il mistero di Unabomber: la svolta grazie al DNA

Uno dei casi di cronaca più inquietanti e ancora oggi misteriosi degli ultimi anni potrebbe trovare una svolta grazie alle nuove tecnologie: si tratta del caso Unabomber. Ventinove ordigni, di cui venti esplosi e nove non, sono stati piazzati tra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia nel periodo compreso tra il 1994 e il 2006.

Recentemente, vecchi reperti legati a questi attentati sono stati sottoposti ad analisi tramite le più moderne strumentazioni. L’obiettivo è quello di risalire all’identità del responsabile attraverso l’analisi del DNA.

Unabomber è considerato il terrorista più ricercato in Italia, e ciò è confermato da quanto riportato su TrevisoToday. Frammenti genetici sono stati individuati grazie all’analisi di peli trovati su una bomboletta di stelle filanti inesplosa rinvenuta a San Vito al Tagliamento nel marzo del 2000.

Ulteriori tracce genetiche sono state rilevate su vari reperti legati agli attentati, come ad esempio sull’uovo-bomba inesploso in un supermercato di Portogruaro nel 2000 e su altri dispositivi esplosivi. Questi reperti includono il nastro isolante utilizzato per una lattina di pomodori esplosa a Nadia De Ros, un tubo-bomba che ha ferito una donna a Livenza e un tubetto di maionese inesploso trovato a Roveredo in Piano.

Le indagini hanno coinvolto anche ordigni non deflagrati, come una lattina di Coca Cola trovata a Zoppola nel 2007 e un altro congegno individuato sotto la sella di una bicicletta a Portogruaro nel 2005.

Attualmente, l’estrazione del DNA è solo una fase preliminare. I campioni saranno confrontati con il DNA di undici soggetti indagati. L’inchiesta su Unabomber, inizialmente archiviata, è stata riaperta nel 2022 con l’accusa ipotizzata di attentato con finalità di terrorismo.

Francesca Girardi e Greta Momesso, vittime di Unabomber, hanno sollecitato la riapertura delle indagini. La proroga delle indagini è stata richiesta dai periti Giampietro Lago ed Elena Pilli, quest’ultima nota per le sue competenze specifiche nell’estrazione del DNA mitocondriale, già coinvolta nel caso Yara Gambirasio.

Unabomber - i rilievi delle forze dell'ordine - foto archivio LaPresse 2
Unabomber – i rilievi delle forze dell’ordine – foto archivio LaPresse

L’esito delle perizie sarà presentato in tempo per l’udienza fissata per ottobre. Le nuove tecnologie potrebbero giocare un ruolo determinante in questa fase investigativa, considerando che al momento dell’archiviazione dell’inchiesta non esisteva ancora un database del DNA.

Maurizio Paniz, avvocato di uno dei sospettati, Elvo Zornitta, ha espresso la sua preoccupazione per le informazioni trapelate dalla stampa locale, sottolineando la necessità di una corretta gestione dei reperti e delle indagini in corso.

Staff
  • PublishedMay 20, 2024