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La morte di Ebrahim Raisi: reazioni contrastanti in Iran

Il popolo festeggia, il regime decreta lutto nazionale

La morte di Ebrahim Raisi: reazioni contrastanti in Iran

La notizia della morte di Ebrahim Raisi, presidente dell’Iran noto come il “macellaio di Teheran”, ha scatenato reazioni contrastanti. Mentre il regime decreta 5 giorni di lutto nazionale, il popolo iraniano, soprattutto i dissidenti e coloro colpiti dalla repressione, festeggia. Le figlie di Minoo Majidi, una delle vittime delle proteste del 2022, hanno persino brindato alla notizia con della birra in un video condiviso online.

È il momento in cui il popolo di Mahsa Amini e le donne del movimento “Donna, vita, libertà” fanno sentire la propria voce. L’attivista Masih Alinejad ha esortato a non esprimere condoglianze per le migliaia di vittime di Raisi, ma a sostenere il popolo iraniano. Nel frattempo, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato osservato un minuto di silenzio per la sua morte.

L’hashtag #IranisHappy continua a diffondersi sui social, mentre si ricorda che in Iran vengono giustiziate più di due persone al giorno. Raisi è stato accusato di aver contribuito a un sistema repressivo basato sulla violenza e sulla soppressione del dissenso, con particolare riferimento alle proteste in solidarietà a Mahsa Amini.

La sua fama di “macellaio di Teheran” risale alle esecuzioni di massa del 1988, quando migliaia di prigionieri politici furono condannati a morte. La sua morte potrebbe portare a un cambio di leadership, con il vicepresidente Mohammad Mokhber indicato come nuovo presidente ad interim.

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Masih Alinejad

Tuttavia, molti analisti ritengono che la morte di Raisi non porterà a cambiamenti significativi nel regime degli ayatollah. L’Iran ha una stabilità politica che difficilmente sarà scossa da eventi come questo. Nonostante le tensioni geopolitiche e il contesto internazionale, la Repubblica Islamica rimane salda.

La morte di Raisi potrebbe comunque generare nuove tensioni interne e influenzare la gestione dei rapporti regionali e internazionali, seppur in misura limitata rispetto al potere della guida suprema. Il futuro dell’Iran rimane incerto, ma la sua posizione geopolitica rimane centrale nel panorama internazionale.