Economia

Il futuro delle pensioni anticipate: Quota 41 per tutti nel 2025?

Analisi delle proposte e delle sfide del governo Meloni

Il futuro delle pensioni anticipate: Quota 41 per tutti nel 2025?

La proposta della Lega per il futuro delle pensioni anticipate prevede la Quota 41 per tutti a partire dal 2025, senza limiti di età. Tuttavia, il governo Meloni mostra cautela a causa delle preoccupazioni legate al deficit. Con la scadenza della Quota 103 fissata entro il 31 dicembre 2024, sorge la domanda su cosa accadrà alle pensioni anticipate a partire dal prossimo anno. Vediamo quindi la situazione attuale e le possibili evoluzioni.

Attualmente, per chi ha iniziato a lavorare da giovane, la pensione di vecchiaia a 67 anni, come stabilito dalla Legge Fornero, può sembrare ancora lontana. Tuttavia, esiste la possibilità di un’uscita anticipata grazie alle Quote, che variano di anno in anno. Dalla Quota 100 del 2019 si è passati alla Quota 102, per poi arrivare alla Quota 103, inizialmente senza vincoli e successivamente con l’obbligo di avere almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. Questa stretta ha portato da 435.000 a 23.000 il numero di prepensionamenti. Attualmente, la Quota 41 è prevista solo per alcune categorie di lavoratori precoci, ovvero coloro che a 19 anni avevano già accumulato 12 mesi di contributi.

Tuttavia, cosa accadrà alle pensioni anticipate a partire dal 2025? La proposta della Lega di introdurre la Quota 41 per tutti potrebbe comportare costi significativi, stimati intorno ai 4 miliardi nel 2025 e 9 miliardi a regime. Il governo Meloni si trova quindi di fronte a scelte cruciali, considerando anche le critiche europee sulla sostenibilità della spesa pensionistica italiana, che è aumentata di quasi 70 miliardi di euro tra il 2019 e il 2024.

Dopo aver presentato nel 2018 la Quota 100, la Lega torna a proporre soluzioni per le pensioni anticipate, puntando sulla Quota 41 per tutti. Questa misura consentirebbe a chi ha iniziato a lavorare a 18 anni di andare in pensione a 59 anni, godendo dell’assegno previdenziale per almeno 22-26 anni, in base alle attuali aspettative di vita. Tuttavia, la sostenibilità economica di questa proposta solleva dubbi, e il governo dovrà valutare attentamente le opzioni disponibili.

Le alternative sul tavolo includono la conferma della Quota 103 per un altro anno, l’adozione della proposta della Lega con possibili modifiche, come il calcolo dell’assegno con un sistema integralmente contributivo che potrebbe comportare una riduzione fino al 15%, oppure l’eliminazione delle Quote. È improbabile che vengano adottate misure espansive sulle pensioni, ma sarà necessario attendere l’autunno e la manovra per avere conferme in merito.