Economia

Le ultime novità sul Superbonus: detraibilità delle spese estesa a 10 anni

Retroattività, riduzioni e criticità: le modifiche in arrivo

Le ultime novità sul Superbonus: detraibilità delle spese estesa a 10 anni

Il superbonus, oggetto di continue modifiche, ha subito un’altra riscrittura con le ultime novità contenute nel decreto Superbonus, attualmente in fase di votazione alla Camera dopo l’approvazione al Senato. Una delle principali novità riguarda la detraibilità delle spese, che passa da 4 a 10 anni. Questa modifica si applica anche al sisma bonus e al bonus barriere architettoniche. È importante sottolineare che la norma è retroattiva, quindi si applicherà alle spese sostenute a partire dal primo gennaio 2024. Ciò significa che i cittadini dovranno attendere più a lungo per ottenere il rimborso completo delle spese sostenute. Ad esempio, chi ha speso 20.000 euro con il superbonus, prima avrebbe ottenuto un rimborso di 5.000 euro all’anno per quattro anni, mentre con la nuova normativa potrà ottenere al massimo 2.000 euro all’anno per dieci anni. Resta invece invariata la detrazione in 4 anni per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. È importante precisare che l’obbligo di ripartizione in dieci anni vale solo per l’utilizzo diretto dei bonus in dichiarazione e non riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti da cessione o sconto in fattura.

Un’altra modifica riguarda il bonus ristrutturazione, con una riduzione graduale dello sconto per interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica, che passerà dal 50% al 30% nel tempo. Dal 2024 l’aliquota è al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 96.000 euro, mentre dal 2025 scenderà al 36% con un tetto di 48.000 euro. A partire dal 2028 l’incentivo si ridurrà al 30%, ad eccezione degli interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza con generatori a gas di ultima generazione, che rimangono esclusi.

Una novità importante riguarda lo stop alle compensazioni per le banche a partire dal 2025. Gli istituti non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e premi assicurativi, pena il recupero del credito con interessi e sanzioni. Inoltre, banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti a un prezzo inferiore al 75% del loro valore originario dovranno ripartire le rate in sei quote annuali, non cedibili o ulteriormente ripartibili.

Le reazioni delle banche e delle imprese alla nuova normativa sono state negative. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha espresso sorpresa per le modifiche impreviste e retroattive, che potrebbero avere conseguenze negative sui bilanci, soprattutto per le realtà più piccole. Anche la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, e il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini, hanno evidenziato le criticità della situazione, sottolineando la necessità di garantire certezza del diritto per consentire scelte d’investimento pluriennali alle imprese e alle famiglie.