Politica

Giovanni Toti interrogato: corruzione e voto di scambio

Il presidente della Liguria risponde alle accuse

Giovanni Toti interrogato: corruzione e voto di scambio

Il giorno di Giovanni Toti è giunto. Il presidente della Regione Liguria è stato interrogato dai magistrati di Genova nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il 7 maggio scorso. Le accuse mosse nei suoi confronti riguardano corruzione elettorale, falso e voto di scambio.

Nell’interrogatorio di garanzia precedente, Toti aveva scelto di mantenere il silenzio. Tuttavia, oggi ha deciso di rispondere alle domande dei magistrati. La difesa ha spiegato che il suo precedente atteggiamento era dovuto al fatto che Toti doveva leggere le oltre novemila pagine dell’indagine, compito che ha completato in questi giorni.

L’interrogatorio si è svolto nei locali del reparto operativo aeronavale della guardia di finanza. Toti dovrà chiarire i suoi rapporti con l’imprenditore Aldo Spinelli, le presunte pressioni sul porto di Genova, la concessione del terminal Rinfuse e la natura di alcuni bonifici al Comitato a lui intestato, dirottati successivamente sul suo conto personale.

Il governatore ligure è anche accusato di corruzione elettorale per presunti casi di voto di scambio alle Regionali del 2020. Inoltre, è sotto osservazione il suo legame con i gemelli Testa, i “riesini” che, nel quartiere Certosa, avrebbero influenzato circa 400 preferenze.

Dopo l’interrogatorio, la difesa presenterà un’istanza per la revoca degli arresti domiciliari, condizione necessaria per il confronto con la sua maggioranza. Questo confronto potrebbe portare Toti a prendere in considerazione le dimissioni.